Cuperlo: “L’unica riforma in questa legislatura rimarrà il taglio di un terzo della rappresentanza parlamentare”

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Gianni Cuperlo
Alla fine la principale riforma (almeno in ambito costituzionale) varata in questa legislatura rimarrà il taglio di un terzo della rappresentanza parlamentare.
E purtroppo sarà una delle poche cose destinate a rimanere nei libri di storia.
Votai convintamente No al referendum confermativo di quella cesoia pensata e voluta per (sic) “tagliare i costi di inutili poltrone”.
In questi giorni – prima il Senato e poi, tra Natale e Capodanno la Camera – stanno per licenziare una manovra (o legge di bilancio, o finanziaria, fate voi) di grande importanza, per le risorse che stanzia, la sua matrice espansiva (non accadeva da tempo), le misure fiscali previste.
Il Parlamento della Repubblica (la Camera in una forma clamorosa) è totalmente esautorato dal suo potere-dovere di esaminare e discutere i diversi articoli, le misure, i contenuti.
Tutto archiviato e rimesso nelle mani e nelle disponibilità del governo che tratta (ha trattato) le scelte (macro e micro) con i referenti dei partiti di maggioranza.
A voler trovare una sintesi si potrebbe dire che il lavoro è stato equamente ripartito.
Al Parlamento il compito di tagliare sé stesso inseguendo il mito-miraggio di un populismo tanto al chilo.
Al governo (questo, e quelli che lo hanno preceduto) le chiavi del condominio-paese e la potestà di decidere quel che serve o non serve senza curarsi troppo di quel barboso e vetusto principio che si chiama “rappresentanza democratica”.
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