di Luigi Altea – 11 novembre 2016
Vi ricordate ?
Volevano costruire l’Ulivo Mondiale…
Una specie di “terza via” tra socialismo e liberismo.
Tra socializzazione e privatizzazione.
Tra sinistra e destra.
Una via di mezzo tra Bernie Sanders e Donald Trump…
Il tentativo non riuscì, nonostante gli sforzi, i convegni e la buona volontà.
A molti parve un’idea provinciale, e non solo per i cubetti di mortadella e di parmigiano, con i quali furono “graziosamente” imbanditi i tavoli degli incontri…
Un conto, infatti, è la ricerca di collaborazione tra partiti e movimenti di diversa ispirazione, altro conto è la pretesa di conciliare gli opposti, snaturandoli per poi unificarli in qualcosa che conservi un po’ dell’uno e un po’ dell’altro.
La testardaggine dei fatti ha dimostrato che mentre la destra vince facendo la destra, la sinistra perde rinunciando a fare la sinistra.
Ha perso in America, perderà in Francia, ed è scomparsa in Italia.
Dei protagonisti di quell’ambizioso progetto, è sotto i nostri occhi com’è finita per i Clinton; sappiamo che Gerard Schroder si occupa degli affari della Gazprom, che Tony Blair pensa agli affari suoi, e che Walter Veltroni è in lista d’attesa per un volo che lo porterà finalmente in Africa…
Di Romano Prodi che voleva “ulivizzare” il pianeta, invece, si sa pochissimo, a parte che è stato nominato Presidente dell’International advisory board di Unicredit.
Che cosa fa, cosa pensa, l’inventore dell’Ulivo?
Il 4 Dicembre come voterà?
Troverà una via di mezzo tra No e SI?
In tempi di delusioni cocenti, non vorrei che il furbissimo Prodi, assieme a tanti altri ulivisti, ci stesse preparando un risveglio urticante…
Incrociamo le dita e teniamo strette le gambe.


