Fassina: “Le riforme costituzionali non si fanno da soli”

per Gian Franco Ferraris
Fonte: Rainews
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da Rai news 16 febbraio 2015

Direzione PD, intervento di Stefano Fassina

L’esponente della minoranza dem chiede di “distinguere le riforme del governo, dalle modifiche della Costituzione, per le quali occorre coinvolgere anche le forze di opposizioni. Al premier: “Accolga proposta Tsipras per una conferenza sul debito” Renzi: “Italia in Pole per la crescita. No veti sulle riforme. Libia questione centrale” Direzione Pd, confronto su riforme e politica estera.

Intervenendo alla Direzione Pd, il deputato della minoranza interna Stefano Fassina critica Matteo Renzi, che nella sua relazione ha biasimato i tentativi delle opposizioni di bloccare le riforme, accomunandole fra loro. “Non ha senso metterle tutte insieme né etichettarle tutte come forze della palude, perché non è così – attacca l’ex vice ministro dell’Economia -. Questo non ha senso, noi dobbiamo disarticolare le opposizioni”. Fassina ha anche criticato l’atteggiamento dell’esecutivo, perché “un conto sono le riforme del governo su cui mettere fiducia, e un altro le prove di forza parlamentari sulle regole del gioco”, come nel caso della legge elettorale e della modifica della Costituzione. “Le rifomre costituzionali non si fanno da soli”, ha chiosato Fassina. Sulla stessa lunghezza d’onda Alfredo D’Attorre. “Accogliere la proposta Tsipras per una conferenza sul debito” “La conferenza sul debito proposta da Tsipras la dovremmo prendere seriamente in considerazione”, così come quella per “un programma vero di investimenti”, perchè “il piano Juncker è un passo avanti, ma drammaticamente inadeguato alla stagnazione che abbiamo di fronte”. Questo, l’intervento di Stefano Fassina sui temi europei, sui quali ribadisce: “Non possiamo accontentarci di un ruolo di cerniera, dovremmo essere protagonisti attivi perchè i problemi della Grecia sono problemi sistemici”. A giudizio di Fassina “la Grecia è il caso estremo di una cura sbagliata che aggrava la malattia. Ma è la stessa cura che viene raccomandata a tutti gli altri Paesi, ed è questa cura che dobbiamo mettere radicalmente in discussione. L’Eurozona è su una rotta insostenibile e rischiamo di andare a sbattere se non c’è un radicale mutamento”

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