Elena Basile: Gaza e non solo: “L’Italia della Meloni ultima pedina del carro”

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alessandro Bianchi
Fonte: L'Antidiplomatico

Elena Basile: Gaza e non solo: “L’Italia della Meloni ultima pedina del carro”

di Alessandro Bianchi

Le responsabilità dell’occidente nella mattanza in corso a Gaza, il ruolo della diplomazia internazionale e la posizione dell’Italia nelle attuali crisi.

Questi i temi principali della nostra intervista per “Egemonia” a Elena Basile, ex ambasciatrice in Svezia, scrittrice e divulgatrice che, prima con lo pseudonimo Ipazia sul Fatto Quotidiano e poi in prima persona in TV, ha messo in campo coraggio e competenza per squarciare il velo di immensa ipocrisia e censura sui temi di politica internazionale.

Non è il tempo dei toni pacati e l’Ambasciatrice è molto chiara nelle sue affermazioni a l’AntiDiplomatico. Gli Stati uniti e i suoi vassalli europei sono complici della guerra genocida a Gaza”. Sull’Ucraina prima e sul genocidio israeliano a Gaza poi, del resto, il progetto di integrazione europea ha scelto la via della lenta eutanasia dei suoi popoli per seguire le politiche bellicistiche e di potenza degli Stati Uniti e di Israele. Sul cosa dovrebbe fare ora l’Unione Europea per redimere parzialmente la sua coscienza, Basile ci dichiara: “L’Europa dovrebbe chiedere il cessate il fuoco immediato, procedere al riconoscimento simbolico dello Stato di Palestina e premere per una conferenza di pace inclusiva di tutti gli attori internazionali, compresi Russia, Cina , Iran, e Hamas che dovrebbe rinunciare in questo modo alla lotta armata”.

Ma il recente Consiglio europeo del 16 dicembre ha avuto come unici focus il Patto di Stabilità e l’apertura dei negoziati con Ucraina e Moldavia, dimostrando, forse definitivamente, come l’Unione Europea oggi non solo sia un elemento di pace e diplomazia, ma di ulteriore pericolosa destabilizzazione in questa fase drammatica delle relazioni internazionali. “L’apertura di questi negoziati sono la conferma che l’Europa federale, l’Europa politica, progetto dei Paesi fondatori sarà definitivamente  messa da parte.” E’, prosegue Basile, il trionfo dell’Europa come area di libero scambio e la fine di ogni possibile progetto di comunità con istituzioni federali. “E’ il trionfo dell’Europa degli anglosasssoni.”

E il genocidio a Gaza prosegue, nella complice indifferenza e diretta responsabilità dell’Unione Europea che arma le mani piene di sangue dello Stato di Israele. Genocidio, un termine che va ponderato e impiegato con cautela, certamente. Tuttavia è quello che viene utilizzato sempre più di frequente da funzionari delle Nazioni Unite e le immagini, raccapriccianti, che arrivano dalla striscia lasciano davvero pochi dubbi. Dinanzi a tutto questo, le opinioni pubbliche europee, italiana in particolare, appaiono come addormentate e la pressione ai governi responsabili diretti del massacro resta sterile, quasi impercettibile. “La politica statunitense ha leve ricattatorie nei confronti delle classi dirigenti europee che non possono non essere ascoltate. Ricordatevi di Moro e di Craxi. Non hanno fatto una bella fine”, sottolinea con magistrale sintesi e efficacia Basile.

L’obiettivo minimo oggi è il cessate il fuoco che possa impedire il perpetrarsi di un massacro che si avvicina alla cifra raccapricciante di 20 mila vittime (la maggior parte donne e bambini). Molto dipenderà da quanto gli Stati Uniti permetteranno all’alleato israeliano nel perpetrare questi crimini e con l’inizio della campagna elettorale che incombe sono sempre più le voci insofferenti che si levano dagli Usa. Ma per l’Ambasciatrice Basile non conviene farsi troppe illusioni. Non credo che gli Usa rivedranno la loro posizione. La lobby di Israele che come spiega il noto studioso statunitense Mersheimer non è una lobby ebraica e non parla a nome della comunità ebraica non lo permetterebbe…” Meglio aggrapparsi allora alle posizioni di Cina, Sud Africa (che ha formalmente chiesto alla CPI un mandato di arresto per i responsabili israeliani) e in generale del nuovo mondo multipolare che su Gaza hanno mostrato il loro definitivo allontanamento dal mondo perpetrato da Usa e UE. “L’Occidente è isolato. Il sud Globale ci considera poveri demograficamente, in declino economico, ipocriti sui diritti umani e pieni di doppi standards, con una arroganza culturale e un potere che non poggia più sulle basi economiche del passato, tenuto in vita solo militarmente. L’Italia è l’ultima pedina del carro”, la conclusione di Basile.

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