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di Luca Billi 23 marzo 2019
Lo so, non è la prima volta che scrivo contro Cacciari. A mia discolpa, posso solo dire che ha cominciato lui: non è colpa mia se dice spesso delle corbellerie. Una delle ultime in ordine di tempo è questa sua apodittica affermazione, detta immagino con il suo solito piglio professorale:
Se la gente avesse letto qualche libro in più oltre a Topolino, capirebbe molte cose.
Quando io ero piccolo, nei primissimi anni Settanta, nelle edicole non c’erano molti fumetti, ma c’era Topolino. Ho un ricordo vivissimo del momento in cui Topolinoarrivava, ogni settimana, a Quarto. Mentre praticamente tutto il resto che veniva venduto in edicola – dai giornali alle riviste – arrivava dal distributore la mattina intorno alle cinque – costringendo i miei nonni a delle quotidiane levatacce – Topolino arrivava all’ufficio postale. Non ho mai saputo perché – mi pare che succedesse anche con la Settimana enigmistica, ma la cosa mi interessava molto meno, come potete immaginare. Il mercoledì mattina mio nonno andava all’ufficio postale e prendeva il pacco di Topolino. Io spesso lo accompagnavo e agguantavo il giornalino prima di tutti: ero il primo a Quarto a poter leggere Topolino. Per un po’ ero convinto di essere il primo al mondo a poter leggere Topolino.
Poffarbacco, se non ci fosse stato Topolino non sarei diventato neppure un filosofo.


