Autore originale del testo: Furio Colombo
All’improvviso mi sono trovato a scrivere su questo giornale – che avevo contribuito a far nascere, con Padellaro e Travaglio – accanto a un collega che non conoscevo e che non vorrei conoscere, caro a tutti coloro che pensano che l’America sia il vero pericolo dei popoli e delle democrazie, e che l’invio di armi ai resistenti invasi e assediati dal rischio imminente di distruzione totale sia un sacrilegio. E mi sono trovato a dover leggere il testo di un altro collega che mi racconta, al rovescio, la terrificante Guerra mondiale che ho vissuto e che conosco e ricordo da bambino in fuga, in una versione in cui Hitler era di origine ebraica e non aveva alcuna intenzione di fare la guerra che distruggerà l’Europa. Aggiungendo una affermazione che nega la Storia ed è inaccettabile anche come post verità in quella frase “i tedeschi (i tedeschi delle Fosse Ardeatine e di via Tasso) proteggevano gli italiani mentre gli americani invadevano il Paese, abbandonato a stupri e violenze in libertà”.
È inevitabile respingere visioni che portano disorientamento e informazioni inesistenti o distorte, se compaiono accanto al tuo lavoro nel giornale per cui scrivi, fiducioso, da molti anni. Ci sono decine di film italiani del primo Dopoguerra che raccontano l’immediata presa di possesso, dunque di occupazione dell’Italia, da parte dei comandi tedeschi nei giorni dell’armistizio (8 settembre 1943). “Su di voi io ho carta bianca”, grida un ufficiale tedesco a militari italiani che non vogliono obbedire all’occupazione dell’Italia, eseguita dalla Wehrmacht, subito dopo l’uscita dell’Italia dalla guerra. Uno dei soldati, nel film di Steno, è l’attore Totò, che grida al tedesco: “Ci si pulisca il culo con quella carta”, frase celebre allora, e a mente fresca e memoria immediata oggi un documento.
Ma devo per forza notare e far notare che il primo dei due casi citati, Alessandro Orsini, entrato all’improvviso e con veemenza nel giornale di Travaglio e di Padellaro, ha funzionato come il frate che solleva i confratelli e i fedeli per riformare una chiesa. Dopo di lui niente è più come sembra, perché Orsini ha scosso con forza e con violenza la fiducia di chi legge e di chi scrive su un giornale su cui lascia una pesante impronta, una sorta di esclusiva. Non sono il solo in Italia a sapere che gli “studi” di Alessandro Orsini falsificano fino ai dettagli la storia di questo Paese e del contesto politico e umano di cui siamo parte. Ma non sono affatto maggioranza, anche se Orsini tenta tenacemente di apparire perseguitato. Con lui non siamo mai al dubbio o al suggerimento, ma alla affermazione o negazione assoluta priva di alternative. Come fai a scrivergli accanto? Chi dei due è il falsario? “Nei confronti di chi mi odia provo una certa compassione”, ha detto Orsini giorni fa all’Ansa. Pensate che qualcuno di noi possa accomodarsi nella sua compassione? Intanto, però, Orsini aggiunge: “L’esempio delle follie degli ultimi giorni riguarda l’ingresso di nuovi Paesi nella Nato, un pericolo enorme per l’umanità”. Pensate: Svezia e Finlandia presentate senza ridere come un pericolo enorme per l’umanità. Ma il pericolo enorme sarebbe più guerra russa, dunque smettete di provocare. Abbassatevi al livello giusto. Infatti prontamente il ministro russo Lavrov completa la frase di Orsini nella stessa giornata in cui scrivo: “Questa è una guerra che porrà fine al superpotere americano”. E dunque aprirà la strada al super potere russo che, per qualche ragione, per alcuni, non solo per Lavrov, è il preferito. Infatti la sera dell’11 maggio, la sala Umberto di Roma aveva esaurito i posti (ingresso a 25 euro) per ascoltare Orsini nello show Ucraina: tutto quello che non ci dicono, in cui tutti sono falsari tranne lui e tranne i suoi non pochissimi seguaci. È accorsa infatti una folla di personaggi autorevoli, da Alessandro Di Battista all’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, ognuno che esclamava entrando: “Finalmente possiamo sentire la verità”. La verità, in questo mondo perfettamente modellato sull’anti-vax (stessa persuasione esaltata di possedere una conoscenza superiore delle cose e dalla scoperta dell’inganno). E chi non capisce è un venduto.
Le parole chiave della nuova militanza sono tre: l’America (non è tollerato l’errore di dire “Russia”), che ha voluto e provocato la guerra con tutta la sua distruzione e i suoi morti e i suoi profughi, avvenuti a causa della Nato; le armi (non ne mandate a chi sta difendendo fino alla fine case, famiglie e città, altrimenti i russi, che si stanno difendendo dagli americani, dovranno continuare a bombardare); il pacifismo, molto raccomandato da Orsini se si tratta di resa e di togliere di mezzo un presidente vanitoso e ingombrante dell’ucraina che si oppone a una realistica pace con consegna alla Russia delle parti già scelte del suo Paese.
L’INVENZIONE DELLA VERITÀ alternativa di Donald Trump ha fatto molta strada. Orsini, che studia molto, ne ha fatto il suo strumento preferito. Oppure si tratta di un’invenzione usata per tenere vivo il credente, e confondere gli avversari. Esempi: “Bisogna avere il coraggio di ammettere che Putin ha già vinto”. “Hitler non aveva alcuna intenzione di far scoppiare la Guerra mondiale”. “Questa è una guerra persa in partenza. O noi diamo a Putin quello che vuole o lui se lo prende lo stesso”. “Zelensky è un pericolo per la pace. Va abbandonato. Politicamente è un incapace”. “Il governo Draghi è un governo di burattini nella mani della Casa Bianca”. “Anche nelle dittature un bambino può essere felice”. L’invenzione della verità alternativa di Donald Trump ha fatto molta strada. E io una cosa so con certezza. Non voglio essere complice.
‘‘ Respingo le visioni di Orsini, basate su informazioni distorte. Chi tra noi due è dunque il falsario?


