I cento libri che rendono più ricca la nostra vita

per Gabriella
Autore originale del testo: Poronga
Fonte: asinochinonlegge
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I CENTO LIBRI CHE RENDONO PIU’ RICCA LA NOSTRA VITA – di PIERO DORFLES – ed. GARZANTI

da asinochinonlegge

Questo non è un romanzo, ma un libro che parla di romanzi,  quindi mi sembra adatto ad essere discusso sull’Asino.

Nella presentazione, l’autore specifica che i libri sono diventati 101, perché ha aggiunto un racconto, La metamorfosi di Kafka. Peccato che, a sua insaputa, qualcuno della casa editrice, convinto che la matematica non sia un’opinione, ha riportato il totale a 100. Chissà se si è fatto guidare dai suoi gusti o ha scelto a caso, fatto sta che è andato giù con l’accetta, tagliando il Faust di Goethe, che infatti troviamo in bibliografia ma non fra i 100-davvero-100 libri presentati. Poco male (?).

Liste di libri ne esistono tantissime: in genere sono 10, 50, 100 o addirittura 1.000 ( in questo caso vengono definiti ” i libri di tutta una vita ” ); si varia da: i libri da salvare, da portare sum un’isola deserta, da leggere assolutamente, i più belli, i più importanti, quelli che hanno cambiato il mondo e tante altre possibili definizioni. Mi era piaciuta molto la scelta di una grande catena di librerie inglesi nel 2000 di segnalare un libro per ogni anno a partire dal 1900. Ovviamente venivano sacrificati molti libri importanti che erano usciti lo stesso anno di un altro libro ritenuto più significativo, ma era bello vedere la storia di un secolo – e oltre, perché l’iniziativa ha avuto successo e continua ancora adesso – attraverso i libri usciti anno dopo anno.

In questo caso, sono i libri che rendono più ricca la nostra vita. I criteri di scelta, in parte espliciti, in parte impliciti, sono: niente prima di Shakespeare, niente che si studia a scuola, niente di non occidentale ( anzi, di non Europa e USA, con due sole eccezioni latino-amerricane, Borges e Màrquez ). Scelte discutibili, ma delle scelte vanno fatte.  Dorfles specifica che non ha cercato di fare un elenco dei libri più importanti della storia della letteratura, o di quelli che vale davvero la pena leggere, ma piuttosto di quelli che ” oggi, in Italia, … sono entrati a far parte dell’immaginario letterario collettivo; quelli che permettono di stabilire un contatto con gli altri lettori  perché rappresentano un patrimonio comune ineludibile. “. La cosa che ho trovato più azzeccata è la divisione in 10 categorie, e quindi le riporto qui di seguito:

L’utopia negata

Vivere la storia

L’avventura e ( è ) la fuga

Percorsi sociali

I romanzi-mondo

La frammentazione dell’io

Al di là del principio di ragione

Le radici oscure del desiderio

La solitudine della vita contemporanea

Formazione e riti di passaggio

Per gli amanti delle statistiche dirò che i 100 libri sono stati scritti da 81 autori. I plurimedagliati?  Con tre libri a testa Conrad, Mann, Kafka e Shakespeare; con due libri Balzac, Dickens, Dostoevskij, Primo Levi, London, Melville, Moravia, Orwell, Stevenson, Tolstoj, Verne. E Goethe se, come già detto, non gli avessero tagliato il Faust. Gli Italiani ? Bassani, Buzzati, Calvino, Collodi, De Amicis, Fenoglio, Gadda, Carlo Levi, Primo Levi, Morante, Moravia, Pirandello, Sciascia, Svevo, Tomasi di Lampedusa, Vittorini. 16 autori per un totale di 18 libri. Per chi è interessato alle questioni di genere, le donne sono ( solo ) sette: Austen, Emily Brontë, Christie, Frank, Mitchell, Morante, Shelley. I viventi – si specifica, quelli che il tempo e la fama hanno consacrato come classici – al momento di andare in stampa erano solo due: Màrquez se ne è andato, tanti auguri a Roth (Philip). E una rassicurazione agli Asinisti: Il giovane Holden c’è!

A Dorfles va riconosciuto il merito di essere uno dei pochi che tenta ancora di parlare di libri in TV. Lo deve fare, ovviamente, con i tempi televisivi, massimo un minuto, se no l’audience cala. Qui può dedicare ad ogni libro una media di 3 pagine, che in confronto è come un corso monografico universitario, e bisogna ammettere che se la cava bene. Mi sembra che il suo obiettivo sia quello di fornire per ogni libro la giusta miscela di riassunto, analisi critica e stimolo alla lettura. Se una critica gli si può fare, è di scrivere più per discutere dei libri con chi già li conosce che per far venire la voglia di leggerli. Vizio comune fra i critici letterari. Gli sarebbe bastato far tesoro della raccomandazione del nostro blog, che cito testualmente: parlando di un romanzo sarebbe meglio evitare di raccontarne troppo la trama rovinando il gusto, credo presente in ogni lettore, di scoprire da sé “come va a finire ”. In un caso – Agatha Christie – commette addirittura quello che è il peccato mortale di qualunque recensore di gialli: rivela il nome dell’assassino!

E adesso, per finire, darò sfogo ai miei più bassi istinti ed entrerò nel merito delle scelte. Mi sono dato queste regole del gioco: accetto i criteri “di cornice” ( Occidente, post-Shakespeare ecc. ); non parlerò degli Italiani (palesemente sovra-rappresentati ma il libro è scritto per i lettori italiani, e poi non voglio scatenare le ire di Poronga); adotto un fattore di scala 5, nel senso che se per me un libro andrebbe al numero 50, e per Dorfles non sta nei 100, va bene, fa parte di scelte soggettive accettabili, così come se per me è al 200 o 300 e lui lo mette nei 100. Mi limiterò a segnalare se qualche libro che per me andrebbe nei primi 20 non c’è, o se ce n’è qualche altro che per me starebbe fuori dai 500. Tutto chiaro? Allora comincio a giocare.

Dal lato delle mancanze, mi sembra che ce ne siano solo due veramente imperdonabili: Don Chisciotte e Robinson Crusoe. Il primo perché è lì che nasce il romanzo moderno (per la verità Dorfles nella presentazione ne parla come uno di quelli esclusi perché tanto si studiano a scuola. Mah, sarà pure,  ma lui che scuole ha fatto, le serali a Ibiza ?); Robinson perché, proprio in una lista di libri che  “rendono più ricca la nostra vita” è a sua volta un capostipite dell’analisi della vita dell’uomo moderno.

Le mie bocciature: Verne (capisco uno, come scrittore di genere, ma due libri mi sembra esagerato), London (idem), Christie, Molnàr, Barrie, Dick, Mitchell, Capote, Salinger (ovviamente). Dio mi perdonerà, gli Asinisti no!

Piero Dorfles e i cento libri che trasformano il mondo in una famiglia di lettori

Piero Dorfles è giornalista e critico letterario, per la Rai ha curato diversi programmi radiofonici e televisivi tra cui Il baco del millennio e La banda. Ha affiancato Patrizio Roversi, Neri Marcorè e Veronica Pivetti nella conduzione della fortunata trasmissione televisiva Per un pugno di libri. È autore di saggi dedicati al mondo della comunicazione come Carosello e l’Atlante della radio e della televisione.

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