I secondofinisti
C’è una categoria peggiore dei negazionisti, che pure non scherzano in quanto a dabbenaggine e pericolosità, ed è quella dei secondofinisti. Trattasi di persone che qualsiasi cosa facciano la fanno per un fine diverso da quello dichiarato. Per dire: so bene che il Covid è ancora in circolazione, ma mi torna più utile negarne l’esistenza attuale, o storica persino. Così facendo produco un certo caos e getto fumo che mi potrebbe tornare utile (accusando, per esempio, di utilizzare il Covid per instaurare un presunto “regime liberticida”) ma sono io il primo dei “complottisti”, perché profilo uno scenario del tutto falso solo per conseguire i miei scopi non dichiarati.
Di qui una linea ondivaga: aprire quando il governo chiude, o chiedere la chiusura quando apre. Perché non è la realtà dei fatti il riferimento (per quanto la “realtà” dei negazionisti sia una risata), ma le azioni dell’esecutivo, nel furbo tentativo volto a screditarle a priori. Il secondofinista non ha a cuore alcunché che non sia la propria brama di potere o ricchezza. Se nega oggi, potrebbe non negare domani, anzi. Racconta panzane perché gli vengono a vantaggio, e lo fa anche se lui per primo, dentro di sé, sa bene che sono delle panzane. Ecco, il secondofinista non è mai “a sua insaputa”, perché sa bene quel che vuole, ossia fare casino a proprio vantaggio, alla faccia dei bisogni effettivi delle persone e della società in cui vive.
Per questo potremmo definirlo: un complottista che denuncia complotti; un negatore di tipo situazionista, ossia legato alle circostanze; uno che dentro di sé non nega affatto quel che nega in pubblico; uno che si chiede se lo si noti di più se non va ai convegni, se ci va e si tiene in disparte oppure, per destare attenzione, nega la tesi maggioritaria, qualunque essa sia, nel solo intento di non passare inosservato, o solo perché gli è antipatico chi ha fatto la relazione iniziale. Tra negazionisti e secondofinisti, ovvio che mi prenda i primi per tutta la vita. Sono meno pericolosi, per quanto restino non raccomandabili.


