Il governo Draghi amico dei media e il declino del Paese

per mafalda conti
Autore originale del testo: Giovanni La Torre
Fonte: i gessetti di Sylos
indietreggiamo sempre più nelle aspettative: ecco cosa è il declino
I media strombazzano le previsioni di crescita del Pil che nel 2021 potrebbero registrare un “clamoroso” + 6%, e forse già nel 2022 potremo tornare ai livelli pre Covid, con connessi commenti che stiamo “facendo meglio della Germania”. Non ho visto rilevare che il nostro tonfo nel 2020 è stato di un – 8,9%, contro un – 5,9% dell’intera Ue, di un – 6,3% dell’eurozona e di un – 4,6% della Germania, e che quindi è abbastanza naturale che poi il rimbalzo sia più alto.
Ma a parte questo, quello che preoccupa è che il nostro obiettivo ora si è spostato sul raggiungimento del livello del Pil pre Covid, abbiamo già dimenticato che ancora nel 2019 eravamo a un livello di Pil inferiore a quello precedente la crisi del 2007. Se facciamo 100 il Pil del 2007 (anno di scoppio della crisi dei sub prime) nel 2019 eravamo ancora a 95, mentre l’eurozona era a 109,8, la Germania a 115,6, la Francia a 111,24, la Spagna a 107,5. Con il successivo tonfo del 2020 l’Italia ha un Pil pari all’87,5% di quello del 2007.
Questa volta non ce la prendiamo in modo particolare con il governo, ma con i media che esaltano le cose italiane più del dovuto, e questo soprattutto quando hanno un governo “amico”. Questo cambiare il punto di riferimento, ponendoci un obiettivo sempre più basso è uno dei segni del nostro declino. Alla prossima congiuntura negativa, chissà, ci porremo un obiettivo ancora più basso e così fino a sprofondare …
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