Il rimpasto di Natale e i furbetti del governissimo

per Gian Franco Ferraris
Il rimpasto di Natale e i furbetti del governissimo
Ha detto il sen. Marcucci, renziano nel PD, che sarebbe da sconsiderati pensare a elezioni. Pensare invece a un rimpasto in piena emergenza Covid, allargando la maggioranza magari a Salvini, come suggerisce lo stesso Marcucci, è allora da gente saggia? Ecco, questo è il tenore del dibattito in seno al PD, dove taluni puntano ad aggiungere posti a tavola, ma non nel senso caritatevole della questione, piuttosto in quello della spartizione del gruzzolo. Il fatto è che stiamo giungendo alla strozzatura finale di una strategia che si protrae da mesi, e che prevede di ribaltare il governo per avere mani libere sul Recovery.
Che cosa li ha “bloccati” sinora? La terribile curva dell’epidemia, il timore del virus e dell’impopolarità dovuta alla necessità di chiudere, distanziare, frenare gli appetiti, affrontare le categorie inviperite. Oggi che sembra vicino lo scollinamento, che il vaccino diventa realtà e, che si avvicina la fase della “ricostruzione”, gli avversari di Conte (dopo aver lasciato a lui la patata bollente della pandemia) possono puntare Palazzo Chigi per avvinghiare le risorse europee e distribuirle alle lobby e ai potentati che fremono.
Finito il “lavoro sporco” del Covid (la lunga lotta giornaliera contro una malattia letale), oggi si spintona per fare quello “pulito”: spartirsi le risorse. Diciamolo, non è solo questione dei pezzi di economia che vorrebbero racimolare risorse, ma anche di parti consistenti del mondo politico che, con quei soldi piovuti dalla UE, garantirebbero la loro sopravvivenza e il loro galleggiamento a onta di una forza politica effettiva ridicola. Se vi fosse un rimpasto, se Renzi entrasse al governo, se Lor Signori allungassero le mani sui soldi, se ciò avvenisse e se Conte fosse cacciato o di fatto esautorato, allora vorrebbe dire che il virus non avrebbe insegnato nulla a nessuno e questa fase orribile sarebbe passata invano.
Vorrebbe dire che si sarebbe tornati al tran tran del 2019, a quella strana spensieratezza, all’idea che il privato è bello, il pubblico è uno spreco, le tasse vadano cancellate, la PA demolita, gli infermieri non siano affatto questi eroi e gli immigrati il vero problema italiano. Se ciò accadesse fatevi sentire, non restate impalati, mandate un segnale da sinistra: non è possibile che tante persone siano morte invano e che si ritorni impunemente ai tempi del firulì firulà.
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