Autore originale del testo: Fausto Anderlini
Ibis redibis numquam peribis
Interpretare Draghi è come mettere la virgola nel noto responso della sibilla. E del resto non c’è volto di politico in giro per il mondo più sibillino del Mario Nostro. Ogni cosa che sibila con quel vicino strozzato può essere una cosa e il suo contrario. Manderà armi e dislocherà truppe come gli Usa comandano ma vuol fare anche la pace. Perchè la Russia non è invincibile e anche qui l’interpretazione può essere doppia: una situazione di stallo difensivo prodromica a un armistizio, ma anche l’invito ad andare fino in fondo, cioè a vincere. Un piede sul freno e uno sull’acceleratore. E ancora: la pace la fa zelensky. Il chè può significare che non la decide Stoltemberg, ma anche che solo Biden la può formare, visto che le armi e l’intelligence della guerra le da lui. Del resto una frase su cui tanti si appuntano ma che è un non sense. I margini di scelta di Zelensky sono definiti dalla Nato dalla quale ha avuto in dote la procura bellica. Del resto mandare armi a uno che ne farà un uso proprio è una mera idiozia. Se mandi armi sei cobelligerante e dunque un contraente negoziale di fatto. Oppure sei uno stupido (il chè non è da escludere). Draghi è essenzialmente un doppiogiochista. Non per abilità propria, ma per una astuzia di risulta. E’ l’atlantista del gruppo fondatore Ue. Come ha scritto Tito sulla velina di repubblica il ‘ponte sull’atlantico’. Strana ubicazione, dopo oltre mezzo millennio dal 1492. Come un surrogato del mancato ponte sullo stretto. Europeista verso l’Atlantico, atlantista verso l’Europa. Dipende da come gira il vento. Non dovrebbe essere dimenticato il modo della sua ascesa, cioè il piccolo 18 Brumaio che armò la mano di Renzi nel pugnalamento del Conte due. Per conto di un Senato solo all’apparenza ubicato a Palazzo Madama. L’installazione di un governo di fedeltà atlantica, vocazione enfaticamente celebrata all’atto dell’investitura, fu in singolare concomitanza e subito a seguito dell’ascesa di Biden al soglio presidenziale. Conte fu incriminato (e tutt’ora è sotto linciaggio preventivo) per la sua inaffidabilità atlantica. La stessa che fu messa in carico a Berlusconi in quell’altro 18 Brumaio che portò alla sua defenestrazione. Fossi nelle forze autenticamente europeiste, e anche autenticamente sovraniste, o in un qualche legittimo melange delle due, starei all’erta piuttosto che celebrare l’avvenuto spostamento della virgola. Confiderei invece nell’altra caratteristica del Nostro: la pavidità, che è pari soltanto alla sua ambizione. Solo di fronte a un moto vigoroso di opinione pubblica e a una concentrica dislocazione delle ali dello schieramento politico Mattarella potrebbe farsi interprete di un affidabile mutamento d’indirizzo del mandatario.


