Fonte: i gessetti di Sylos
Nelle emergenze si dice vengano fuori le caratteristiche dei popoli e delle sue classi dirigenti, nel bene e nel male. Per quanto riguarda l’Italia, nel caso del corona virus, si nota l’abnegazione, il sacrificio del personale sanitario a tutti i livelli, il quale si sta prodigando, anche rischiando, pur essendo stato umiliato in questi anni di tagli vergognosi alla sanità. A fianco di questi esempi positivi si nota il vociare trombonistico della nostra classe dirigente. Presidenti di regione che si fanno riprendere per mostrarsi al mondo intero mentre indossano mascherine sterili. Altri che sostengono che “tutti abbiamo visto cinesi mangiare topi vivi” (vorrei far sapere a quel signore che io non li ho ancora visti: quindi tutti meno uno).
Una delle caratteristiche del “trombonismo”, tipico difetto della nostra classe politica, è quella di spostare la discussione sempre più avanti per non affrontare il “qui e ora”. Il governo sta cercando di affrontare alla meglio, con l’aiuto della scienza, rappresentata nella fattispecie dall’Istituto Superiore di Sanità, la situazione per arginare la diffusione del virus, ma gli piovono addosso le critiche sulle misure economiche. Si tratta di una classica fuga in avanti per il semplice motivo che finché l’emergenza sanitaria non è finita nessun serio provvedimento di rilancio economico può essere assunto, si possono solo varare provvedimenti tampone, come si sta cercando di fare.
Si sente chiedere per esempio un “piano Marshall”, ovviamente a carico dell’Ue: ma si può sapere a cosa servirebbe ora, se la gente deve rimanere in casa e non può andare a lavorare? Se gli scambi a livello internazionale sono limitati? Si parla semplicemente a vanvera, e uno degli “urlatori” è quel Bagnai, parlamentare della Lega, economista prima sconosciuto ma che poi si è creato una sua nicchia di mercato assumendo e scrivendo su posizioni fortemente anti euro con argomentazioni che abbiamo già confutato in passato. Piuttosto, se una critica si deve rivolgere al complesso delle misure adottate, è che si palesa fortemente l’assenza di stanziamenti corposi di fondi per la ricerca sanitaria per sconfiggere il virus e pervenire alla scoperta di vaccini e farmaci risolutivi, cosa che mi risulta stiano facendo tutti i paesi avanzati. E’ il solito atteggiamento italiano (pubblico e privato) refrattario a spendere per la ricerca con la nota conseguenza, tra l’altro, del crollo della nostra produttività.
Ma se siamo refrattari a spendere per la ricerca siamo prodighi a sprecare risorse per corruzione ed evasione fiscale. Se la sanità è oggi in affanno è dovuto ai tagli continui fatti da tutti i governi per insufficienza di fondi, addirittura si parla di 70.000 posti letto chiusi (non bisogna dimenticare che la sanità è il luogo dove si concentra il massimo della corruzione), quindi questo è un altro esempio che dimostra come i due mali appena citati “uccidono” nel senso letterale della parola. Come siamo giunti alla conclusione di scrivere sui pacchetti di sigarette “il fumo uccide”, si dovrebbe scrivere su tutti i documenti pubblici (modulistica, ecc.) “la corruzione e l’evasione fiscale uccidono”.


