La Capitale, la criminalità, gli strilli dei media

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

di Alfredo Morganti

Un uomo di solito si uccide due volte, se diventa solo uno strumento di propaganda o peggio di sciacallaggio. Una città la si sfregia due volte, quando si interviene ad arte sulla sua percezione, rappresentandola per quel che non è, almeno in una misura così infernale e devastante. Meno male che, dinanzi alla propaganda, ai quadri astratti e alle illazioni ci sono i numeri reali. Quelli del Viminale, che sono fonte per il Sole 24 Ore nella compilazione del suo “indice della criminalità”, che riflette di fatto l’indice della sicurezza. Ed eccoli i numeri. Il podio della classifica è occupato, pensate un po’, da Milano, Rimini, Firenze, Bologna, Torino. Roma è sotto, con un numero assoluto di denunce inferiore in cifra assoluta a quello di Milano, che pure è meno della metà della Capitale in termini di abitanti. Di che parliamo allora?

Il vero problema a Roma è la sicurezza sociale, la crisi che morde molte famiglie, lo stato di precarietà in cui versano soprattutto le aree periferiche, le enormi differenze tra quartiere e quartiere. Il dato è del 2012, ma vale ripeterlo: tra Piazza Bologna e Tor Bella Monaca le aspettative di vita crollano di sette anni (82 contro 75). Un situazione, con ogni probabilità, che riguarda anche altre città italiane, perché siamo un sistema-Paese, mica un’allegra combriccola di gitanti, come alcuni vorrebbero farci credere. Qui si dovrebbe intervenire, sui livelli di abbandono e di povertà, non farci credere che si viva nella città più pericolosa e degradata di tutte. Se Roma la viveste, vi accorgereste in via sperimentale che la percezione indotta non è esattamente corrispondente alla sua realtà quotidiana (vale ovviamente per tutte le città, nel bene e nel male), e che i problemi che abbiamo sono circoscrivibili, se si decidesse di affrontarli alla radice, non una peste che minaccia e si diffonde su tutto. Un Paese che non rispetta la sua Capitale è un Paese già morto, per quanto mi riguarda.

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