LA CONOSCENZA NEL SUO SIGNIFICATO COSMICO

per Filoteo Nicolini
Autore originale del testo: FILOTEO NICOLINI

Se il botanico volesse esaminare la natura del grano di frumento, per esempio, si servirebbe della chimica per scoprire gli elementi necessari alla nutrizione. È questo che si fa abitualmente. Ma esaminandolo quale alimento, ci sfuggirebbe che il grano si forma all’interno della pianta intera quale frutto, e l’essenza che lo ha reso quale esso ci appare potrà venir afferrata solo da chi veda nel grano la possibilità di dar vita a una nuova pianta. Riguardo alla sua vera essenza,  è del tutto accessorio il fatto che il grano fornisca materia necessaria per l’alimentazione umana. Chi consideri tutto secondo principi di utilità e faccia di esso il contenuto della scienza, potrà considerare il grano e trovarlo adatto all’alimentazione, ma l’intima essenza del grano a ben vedere è nella possibilità di dar luogo a una nuova pianta.

In altre parole, estendendo il discorso, la nostra capacità conoscitiva non sta lì per darci solo raffigurazioni di cose esterne. La possibilità di rappresentare cose esteriori non è altro che una corrente secondaria del pensiero, esattamente  come per il grano la possibilità di nutrirci è una corrente parallela a quella di generare nuove pianticelle. Cioè,  la conoscenza non l’abbiamo solo per creare immagini delle cose, ma per qualcosa di diverso. Nella nostra vita andiamo accumulando saggezza che impieghiamo affinché sia immagine del mondo esterno, proprio come ci serviamo del grano quale alimento. Ma del grano dimentichiamo qualcosa in esso riposta: quella di plasmare una nuova pianta. In egual modo, sottraiamo al compito della verità quello che usiamo per conoscere il mondo esterno.

A che cosa allora è destinato l’elemento della verità, nel senso in cui riteniamo destinazione del grano quello di produrre una nuova pianta? La nostra attività conoscitiva e il nostro lavoro nell’ambito della verità sono destinati a sviluppare noi delle forze che trasformino il nostro essere dopo la morte, in vista di una nuova incarnazione.

Le acquisizioni della vera conoscenza vengono tesaurizzate per trasformare il nostro essere. Mentre ciò che usiamo nel senso usuale per comprendere il mondo esterno delle apparenze va perduto e lo sottraiamo alla nostra evoluzione.

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