La Flottilla e la vergogna governativa

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Tommaso Merlo
Fonte: InfoSannio

La Flottilla e la vergogna governativa

Le barche riprendono la navigazione verso Gaza, a niente sono servite le intimidazioni e le mediazioni. L’obiettivo rimane rompere il blocco navale israeliano ma anche quello dei cervelli dei politicanti in modo da riuscire ad aprire un sacrosanto corridoio umanitario. Quello che avrebbe dovuto pretendere il governo invece di prendersela con una società civile esasperata che tenta di fare qualcosa. È come se ai tempi di Aushwitz tutti sapessero ed i governanti fossero complici dei nazisti e pretendessero che i cittadini voltassero la faccia dall’altra parte. Che si tratti di genocidio è stato certificato da ogni possibile esperto del pianeta, eppure governi come quello italiano continiano a commerciare con Israele perfino in armi e stringere la mano a quei criminali di guerra. Fregandosene di tutto e di tutti. Si sono degnati giusto di postare roba più decente sui social, ma solo perché lo sdegno è strabordato raggiungendo anche i loro elettori. Più che dei governanti a capo di istituzioni nazionali, degli influencer a capo di account social che rispondono ai loro followers a colpi di frasette strafatte e foto ritoccate. Nessuna analisi, nessun dibattito approfondito, nessuna visione strategica e mutismo perfino con la stampa. Siamo allo scrollo democratico e ad un vuoto interiore che si è fatto politico. Sono ormai due anni che è iniziato il genocidio del secolo e gran parte trascorsi in un silenzio istituzionale abominevole. Due anni di pelosa complicità con lo stato terrorista israeliano in barba perfino dei mandati di arresto delle Corti Internazionali. Non quindi opinioni, ma fatti conclamati e decisioni prese da una comunità internazionale di cui l’Italia fa parte. Almeno altri paesi sono arrivati a riconoscere lo Stato di Palestina, una mossa magari simbolica ma comunque storica e che mina alle fondamenta l’annessione che i sionisti stanno portando avanti da decenni e che Netanyahu vuole completare. L’ipocrisia e l’inerzia dei politicanti è stata tale che perfino un paese vecchio e stanco come l’Italia si è ribellato. Con una società civile esasperata che ha scatenato una vigorosa reazione popolare che fa onore al nostro paese e che altrove stanno censurando per paura che venga replicata. Si tratta infatti della strada giusta, quella del popolo che si riprende la sua centralità democratica e mette le classi dirigenti davanti alle loro gravi responsabilità storiche. Al di là di ogni giochetto politico. Come in Italia dove l’affinità ideologica della destra nostrana con quella trumpiana e il sempiterno carrierismo, sono stati messi prima perfino dei valori fondanti della nostra civiltà. Posizionando l’Italia come serva degli Stati Uniti e quindi serva di Israele che ne controlla la politica estera in Medioriente, e trascinandoci così tutti dalla parte dei carnefici nel genocidio del secolo. Davvero inaccettabile. Una volta poi scoppiate le proteste di massa, il governo ha speculato sulla solita manciata di facinorosi per tentare di liquidare tutto ed ha denigrato la Flottilla come se fosse una bega locale e non una iniziativa internazionale. Nella speranza che la solita caciara di quartiere, li salvi anche questa volta. Ma lo stato terrorista di Israele è ormai fuori controllo, si ritiene superiore ad ogni legge e principio morale e si è messo perfino a lanciare ordigni su una iniziativa umanitaria pacifica e in acque altrui. Deliri ideologici che hanno costretto paesi come l’Italia ma anche la Spagna e mandare la marina militare per proteggere i propri connazionali. Ma senza osare prendersela con Israele, anzi. I politicanti se la son presa con la Flottilla cercando di farla desistere e lasciare gli aiuti a Cipro come se la missione fosse solo umanitaria e non politica. Come se l’obiettivo fosse solo quello di rompere il blocco navale israeliano e non anche quello nel cervello e nel cuore dei politicanti in modo da spronarli ad agire. Dei governanti seri, dopo due anni di sangue innocente e con un paese intero in rivolta, avrebbero sposato lo scopo della missione, facendo pressioni su quel terrorista di Netanyahu affinché ritrovi un minimo di umanità e ragionevolezza anche a costo di imporre finalmente l’embargo economico e miliare contro Israele. Ed invece nulla. Giusto frasette strafatte e foto ritoccate per i followers dei loro account social e per mettersi a posto la coscienza. La solita cagnara di quartiere invece di aprire una riflessione politica nazionale sulla pericolosa deriva che sta prendendo il mondo, invece di rispondere nel merito rivolgendosi in nome delle istituzioni all’intero popolo italiano. Una sconfitta politica e democratica di tutti e che costringe la società civile a fare da sola, protestando e riprendendo la navigazione verso Gaza ed un mondo migliore.

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