La politica di ‘sguincio’

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

di Alfredo Morganti – 11 ottobre 2018

Immagino il siparietto. C’è quello che parla di flat tax e gli assegna 600 milioni di euro, e l’altro che lo rimbecca dicendo che sono invece 1,7 miliardi! E poi prosegue spiegando che, quando il decreto fiscale sarà nero su bianco, vi comparirà la cifra vera, perché i numeri non mentono (sic!). Dinanzi a questo battibecco che la dice lunga sullo stato dell’arte, qualcuno degli staff avrà pensato che era meglio metterci una pezza, e così ha diramato un comunicato congiunto dei due litiganti, dove si dice che si parla, in realtà, delle stesse cifre solo “da prospettive diverse”.

Ma come? I numeri non mentono mai, ma poi si tramutano in una sorta di opinione? Immaginate di guardare il numero ‘0,6’ (mld) da prospettive diverse. Visto frontalmente significherebbe sempre ‘0,6’, ma visto di ‘sguincio’ (cioè lateralmente, come si dice a Roma) indicherebbe invece ‘1,7’ (mld). In linea con l’equazione di Heisenberg, direi. I giornali spiegano, così, che ‘0,6’ sarebbe in concreto lo stanziamento per il 2019, e che ‘1,7’ sarebbe invece (all’incirca) la media di impegno sui tre anni. Le diverse prospettive sarebbero nel considerare il valore assoluto per il 2019 (0,6 appunto) oppure quello medio nel triennio 2019-2021 (1,7). Alla fine avrebbero ragione entrambi i contendenti, anche se uno guarda frontalmente il conquibus e l’altro di sguincio.

Cambia qualcosa? Io dico di no. Intanto lo stanziamento più basso è quello iniziale, e cresce solo negli anni. E già questo insospettisce sulla difficoltà reale a reperire risorse oggi, e sulla necessità di rimandare al 2021 la quota più consistente di esse (ancorché di più incerta attuazione). Così che ‘0,6’ indica proprio ‘0,6’, altro che prospettive diverse! E poi la media è solo un indice astratto, perché poi l’unica cosa reale è che per il 2019 si avranno sul piatto per la flat tax 600 milioni di euro invece del miliardo e settecento di cui si parlava. Successivamente (se il governo ancora ci sarà, se avranno reperito le risorse, se non ci sarà stato un default italiano, se non ci sarà stata un’Italexit, se gli italiani non avranno capito il trucco, se alle briciole seguiranno davvero le ciriole) si potranno mettere nel piatto cifre più sostanziose ancorché a buffo. Ma solo successivamente, e fatte salve moltissime variabili, alcune delle quali dirimenti. E parliamo sempre di previsioni, incertezze, medie astratte, divinazioni elettorali.

Il fatto incontestabile è che si annunciano cifre alla ‘viva il parroco’, ma si è poi costretti per forza a ridimensionarle, perché la coperta è quella che è. Si spara virtualmente ad alzo zero con un obice, ma poi si scopre che si sta tirando un sasso con una mazzafionda. Già avere delle risorse disponibili è così difficile, che si deve ricorrere a pacchi di cambiali. Ma poi, considerarle nella forma astratta delle medie, delle previsioni, delle congetture, dei presentimenti, delle profezie, della cabala rende tutto ancora più incerto e opinabile. E così, in questo clima sospeso e vago riscopri effettivamente l’importanza della politica-politica dinanzi a quanto offre il mercato oggi: una politica di ‘sguincio’, appunto, e poco più.

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.