Con la riforma costituzionale si faranno castronerie non rimediabili

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Annibale Marini

Tutti i Presidenti emeriti della Corte costituzionale sono ‘di fatto’ contrari alla riforma costituzionale imposta dal tandem Renzi/Boschi con la complicità dei parlamentari del Pd e di fuoriusciti da altri partiti Verdini, Migliore e C. Tra tutti gli esperti contrari alla riforma, mi hanno colpito  le riflessioni di accecante lucidità del Presidente Annibale Marini di cui sul web non ho trovato un intervento scritto articolato e quindi ho riassunto varie dichiarazioni e ‘pezzi’ su youtube in una specie di zibaldone (Gian Franco Ferraris).

di Annibale Marini

Il dibattito in corso sul referendum trascura un “piccolo” particolare e cioè che questa riforma costituzionale nasce senza una legittimazione parlamentare; non ci dimentichiamo che la Consulta ha dichiarato incostituzionale le leggi elettorali della Camera e del Senato…Questo parlamento è illegittimo, c’è una sentenza della Corte che lo dice, bocciando il porcellum, il principio di continuità non può significare far tutto, soprattutto riforme così ampie che toccano 40 articoli della nostra Costituzione  Il Parlamento non è stato sciolto, anche se sarebbe stato meglio, ma poteva provvedere agli atti necessari e urgenti, non certo riscrivere la Carta

Nel merito è una riforma pessima. Non si è mai visto un presidente del Consiglio (peraltro nemmeno parlamentare) che propaganda e sponsorizza una riforma costituzionale. Bisognerebbe invece garantire imparzialità tra le parti senza tentare di influenzare la volontà popolare…. C’è un’interferenza del governo inaccettabile. Quando approvarono la Carta, De Gasperi prese la parola una sola volta, per l’articolo 7 sui rapporti Stato-Chiesa. Non era la sua Costituzione, non poteva esserlo. Perché è di tutti.

Renzi contesta le lungaggini del bicameralismo perfetto, peccato che in Italia ci sia un eccesso di leggi, non un deficit. Accelerare il processo legislativo non è positivo: si faranno castronerie non rimediabili. Non dobbiamo fare molte leggi, ma farle bene. In Italia non abbiamo certo bisogno di accelerare il processo legislativo, semmai abbiamo bisogno di una seria delegificazione (e fare delle serie leggi di sistema) con tutte le leggi che ci sono. Tra l’altro anche oggi quando il governo vuole le leggi vengono approvate in brevissimo tempo.

Il senato diventa una camera paralegislativa i cui membri non sono eletti a suffragio universale ma nominati dai consigli regionali, che hanno dato pessima prova di efficienza, coerenza e correttezza.  E quali risparmi? il Senato come struttura burocratico/amministrativa avrà gli stessi oneri economici di prima, per cui dov’è il risparmio?

Ho sempre saputo che la Costituzione va modificata con una maggioranza quanto più larga possibile, perché deve coinvolgere l’intero Parlamento. Qui invece è risicata, pochi voti. E poi c’è il collegamento con quel gioiellino della legge elettorale…l’Italicum …quella, che fa rimpiangere non solo la legge truffa ma la legge Acerbo. Due percorsi paralleli e collegati per una riforma che non sta bene a nessuno, tranne a chi governa. E potrà avere in mano il Paese solo con il 23-25 per cento dei voti. Non è questa la stabilità che serve.

Il mercato chiede cose completamente diverse, non chiede queste riforme. Il mercato vuole una effettiva diminuzione dei tempi della giustizia civile, ad esempio. Il mercato chiede una seria riforma fiscale che non strozzi il paese di tasse, il mercato chiede che se una persona viene assolta dallo Stato poi lo Stato non possa di nuovo ricorrere contro l’assoluzione emanata dallo stesso Stato. Queste sono le cose che vuole il mercato non le riforme della Costituzione.  Se l’economia italiana è ferma non è certo colpa della Costituzione….

 Fonti: youtube, intervista a ‘Il Giornale’, Affari Italiani.it, Il Fatto quotidiano, ImolaOggi.
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2 commenti

Pietro Gili 11 Ottobre 2016 - 7:21

Intervento molto chiaro, preciso, ammirevole da tenere bene a mento da persone previdenti, lungimiranti e da persone presuntuose maldestre, arruffone.

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Luca Berardi 12 Ottobre 2016 - 18:07

Assolutamente d’accordo con Marini

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