L’epidemia che sta mietendo tante vite e terrorizzando il mondo, ha prodotto almeno un effetto positivo.
Ha rivoltato il binocolo a tanti di noi, e lo ha posizionato nel verso giusto…
Personaggi che prima ci apparivano grandi grandi e vicini vicini, ora li vediamo piccoli piccoli e lontani lontani.
Resistono, sulla breccia delle prime pagine, solo alcuni irriducibili molestatori delle nostre esistenze: parlatori a vanvera, sapienti del nulla ed esperti a casaccio di tutto.
La vita, soltanto la vita, è tornata finalmente in primo piano, ad occupare il ruolo di protagonista che le spetta.
Perché la vocazione degli esseri umani è semplicemente di avere la vita, di avere pienezza di vita.
Oggi siamo tutti meno interessati alle bizzarre variazioni dei sondaggi, e neppure ci importa molto se quel tizio presenterà una sua lista, e se quell’altro si scriverà al gruppo misto…
L’attenzione di tutti è giustamente concentrata su chi è davvero capace di guarire la vita, di confortarla, farla rifiorire, allietarla.
Lo sguardo di tutti è rivolto a chi in queste ore sta dando tutto se stesso, per stare vicino all’ultimo gemito, all’ultimo fremito dell’ultimo frammento di vita.
Tacciono gli sguaiati inni e cori pallonari, e dai balconi si levano canti e suoni inneggianti alla vita.
Sì, tutto andrà bene!
Tornerà la vita, la vita umanamente bella, perché attenta ai bisogni veri delle persone.
Tornerà il salutare contagio della vicinanza non temuta, dell’amicizia partecipata, dell’incontro festoso con gli altri, della mensa condivisa…
Nulla, tuttavia, sarà come prima.
Gli italiani, voglio sperare, finalmente sceglieranno chi sceglierà la vita.
Gli stranieri, ne sono certo, scherzeranno con i fanti e con i santi, ma lasceranno stare la pizza.
Sì, ce la faremo!


