Fonte: PoliticaPrima
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di Mariapia Labita – 31 gennaio 2015
Egregio neo Presidente Sergio Mattarella,
Noi docenti associamo il suo nome alla famosa legge 148 del ’90 che introdusse nella scuola elementare il Modulo Organizzativo. Finalmente veniva superata la figura del Maestro Unico permettendo a tutti i bambini il successo formativo.![]()
Esso rappresentò un fatto rivoluzionario nella scuola italiana e ne conservo un ottimo ricordo sia come madre che come insegnante. Poi un bel giorno… la Ministra Gelmini, iniziò un percorso al contrario, una restaurazione del passato con la scusa che i bambini avessero bisogno di un maestro Unico di riferimento.
Per anni abbiamo subito una vergognosa campagna denigratoria che ha notevolmente influenzato l’opinione pubblica disegnandoci, di volta in volta, come fannulloni o privilegiati per via delle vacanze estive. Per anni si è data attenzione a quegli sporadici casi di cattivo insegnamento senza mai parlare di quel che di positivo accade quotidianamente in tutte le aule di scuola dal nord al sud.
Nei mesi subito dopo la riforma epocale che distrusse la scuola pubblica si disse che il Modulo era stato un modo per trovare occupazione a tanti docenti.
Certamente l’introduzione del modulo organizzativo fu anche occasione di incremento di posti di lavoro ma esso fu largamente sperimentato a partire dalle classi terze ( me ne ricordo bene dal momento che mia figlia maggiore frequentava proprio la classe terza della scuola statale Pitrè di Palermo).
La sperimentazione fu un SUCCESSO!
Signor Presidente!
Ci auguriamo che la sua attenzione per la preparazione delle giovani generazioni, per una scuola che non lasci nessuno indietro sia al primo punto della sua agenda. Solamente attraverso la “scuola” potremo avere la meglio sulle piaghe della nostra società: le organizzazioni malavitose,le disuguaglianze sociali, la discriminazione razziale ( ahimè alimentata da errati ragionamenti e false interpretazioni )
Un’opinione pubblica poco critica, poco autonoma nel suo giudizio, corre il rischio di diventare facilmente manovrabile. La Conoscenza è ciò che rende l’uomo libero di scegliere consapevolmente e perciò è necessario ripartire davvero dalla scuola per riprenderne il ragionamento iniziato con il Modulo Organizzativo.
Per tante maestre e maestri italiani Lei rappresenta una speranza, che non vuole essere solamente la speranza di posti di lavoro e di stabilizzazione che comunque, dopo anni di buon servizio reso alla scuola statale italiana con passione e professionalità, ci spetterebbe di diritto!
Mi riferisco ad una speranza più alta e cioè quella di lasciare ai nostri ragazzi, figli e nipoti un mondo dove valori di onestà,solidarietà, pace, giustizia e fratellanza siano largamente condivisi facendone quotidiano esercizio a partire proprio dalla nostra scuola.
Per far questo ci vogliono tempi più distesi di insegnamento e più personale della scuola adeguatamente formato e preparato.
E poi ci vuole l’educazione al “bello”… Noi che di bellezza ce ne intendiamo perché possediamo un Patrimonio artistico stupendo,
importante nel mondo, eppure poco valorizzato. La Sicilia potrebbe trarne profitto grandemente anche sul fronte dell’occupazione.
Le prime parole che Lei oggi ha pronunciato da Presidente neoeletto sono state:” Il pensiero va soprattutto e anzitutto alle difficoltà e alle speranze dei nostri concittadini.“ E concludendo sulle Sue stesse parole… Le auguro
Buon Lavoro, Signor Presidente!
Maria Pia Labita (maestra precaria di Palermo)
31 Gennaio 2015


