LeU: dramma candidature e frattura tra le scelte di Roma e i territori

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Pina Fasciani

di Pina Fasciani – 24 gennaio 2018

La bussola oltre le candidature

Sono ore faticose, pesanti, per la preparazione delle liste . Ogni aspirante candidato muove le proprie pedine sulla scacchiera per poter entrare, più o meno legittimamente in quel posto sicuro tale da consentirgli la elezione.
È una sorta di guerra, senza esclusione di colpi ,cruenta, drammaticamente esaltata da quelle leggi elettorali che fanno dipendere l’elezione sicura dal posto in lista. E ancora più esaltata dall’assenza di Partiti che selezionano i gruppi dirigenti candidando i migliori e mettendoli alla prova del voto.

In queste ore si consumano parricidi, alleanze spurie, veti incrociati, colpi bassi. Il peggio della politica. Riguarda tutti. Mi dico che il ventennio Berlusconiano ha lasciato profonde tracce, nella cultura e costume politico. La personalizzazione, l’individualismo a scapito del collettivo, l’immagine , la visibilità dei singoli , sono diventati valori e hanno sostituito la primaria battaglia per il progetto politico . Quell’ombra di Partiti esistenti sono tutti diventati comitati elettorali, arene per esercitare ambizioni personali. La sinistra ha assorbito questa cultura,, non ha saputo creare anticorpi, avendo indebolito, per carenza di analisi e di proposta, il suo progetto di cambiare il mondo. Viceversa sono cambiati gli uomini,in peggio.

Sono andata via dal PD di Renzi per questo. Troppa distanza tra le promesse sulle prospettive e le pratiche politiche, troppe similitudini con la cultura berlusconiana . Troppa poca distanza tra destra e sinistra , troppo labili i confini , tanto labili da confonderli.

Ho aderito a Articolo 1 MdP e poi a sostegno di Liberi e Uguali, per costruire un progetto alternativo di sinistra, in discontinuità con il passato.. La campagna elettorale la affrontiamo con liste unitarie tentando di raccogliere quel popolo di sinistra disperso. La affrontiamo mentre nasciamo, siamo ai primi passi e questo non ci premia.

Le candidature di Liberi e Uguali devono distinguersi, per freschezza, serietà,prestigio, radicamento territoriale, popolarità. Ma anche noi facciamo fatica, a proposito di cultura. I catapultati e anche sconosciuti arrivano anche da noi. Non va bene. Capisco la necessità di rappresentare in Parlamento le varie forze aderenti al progetto, capisco meno quando lo si fa d’imperio da Roma con candidature di sconosciuti. Uno schiaffo umiliante che va respinto con ogni forza. Una logica spartitoria che nasce dal patto su cui si fonda LeU e a quella spartizione partecipano tutti, nessuno escluso.

Non va bene. Si poteva evitare ? Si.
D’Alema aveva proposto le primarie e/o consultazioni tra gli aderenti, per selezionare i candidati nei territori e sottrarli alle spartizioni spurie. Come al solito aveva visto giusto, ma fu deriso, nessuno lo ascolto’. Ora ci si lamenta, a vuoto, scaricando colpe a questo e a quello.
Verrebbe voglia di andarsene, lontano.

Ma resto, perché vedo ancora possibilità, vedo la prateria estesa di una sinistra da riconquistare, vedo un progetto politico ancora da realizzare, i primi passi sono incerti, si cade, ma ci si rialza. Mi battero’ perché quel progetto vada avanti, nonostante tutto, quale bussola per superare l’amarezza dell’oggi e pensare al dopo elezioni, perché la necessità di creare una nuova sinistra non finisce il 4 marzo e non nasciamo solo per le candidature, saremmo come gli atri e io non ci starei.
#iovotoliberieuguali

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.