L’identificazione sociale e la sua funzione educativa

per tonigaeta

di Antonio Gaeta, 18 giugno 2018

Nel precedente articolo, dedicato alla narrazione agiografica, mitologica e totemica, ho scritto (riprendendo il commento sull’Arte Magica), come la narrazione del mito, nelle forme comuni a diverse civiltà dell’età del bronzo, sembra prigioniera di una concezione non evolutiva della specie umana.

Questa affermazione, cui non fa seguito immediato una spiegazione, acquista maggiore significato solo proseguendo nella lettura, grazie a una citazione di André Breton: “Io sostengo che nell’uomo esiste una concezione specifica della magia: mentalità che molto probabilmente é la più antica, la più ancorata biologicamente… omissis. Questo perché il genio di un individuo non si può spiegare soltanto con l’evoluzione concettuale.

..omissis. Se la genialità caratterizza la specie (Homo Sapiens, ndr) fin dagli inizi della sua evoluzione, la stessa magia non é più così rigorosamente incomprensibile. E’ in gioco tutta l’attività umana, anonima o meno !”

Ciò che Breton pone in evidenza é un aspetto dell’essere umano costantemente sottovalutato o persino negato dalla maggioranza degli antropologi, etnologi e neuroscienziati: ovvero la genialità, non derivante dalla somma delle parti dell’organismo né dalle passate e presenti acquisizioni mentali. Parliamo, quindi, di una capacità intuitiva, rivelatrice di ciò che non deriva dal metodo matematico implicito in tutte le forme di conoscenza razionale. Una forma di apprendimento della realtà, quindi, che Breton definisce magica, giacché si avvale di forme che sfuggono alla logica e al ragionamento.

Forme, quindi, sovrannaturali, ovvero non strettamente aderenti alle leggi di natura, ma non per questo trascendenti, giaccé apartenenti comunque alla natura umana, dalla quale anche uno scopritore di arti magiche, come André Beton, non intende allontanarsi.

Significativo il collegamento che molti come lui fanno tra le consapevolezze del presente e le origini archetipiche, percepite dall’inconscio collettivo: quindi, sentirsi specie tra le specie, capace di ripercorrere tutto il passato evolutivo in forma magica e non scientifica.

Anche sul «carattere non scientifico» di questa forma di conoscenza si può obiettare che l’analisi al microscopio delle particelle subatomiche ha permesso di definire ciò che va sotto il nome di «meccanica quantistica» !

Il fenomeno della creazione, all’atto della manipolazione di alcune particelle subatomiche, di altre inaspettate formazioni subatomiche in ambiti diversi (o comunque illogici rispetto alle abituali osservazioni); questo stesso fenomeno in ambito macroscopico potrebbe avere uno sconosciuto riscontro, che oggi noi, in assenza di altre definizioni, possiamo definire magico!

Si tratta di fenomeno che tra i corpi dotati di molta massa, appartenenti al nostro spettro di osservazione abituale (o naturale), non é stato ancora scientificamente accertato. Tuttavia, esso potrebbe spiegare intuizioni come le «coincidenze significative», descritte dallo psicanalista Gustav Jung ! (*) Come pure alcune delle più discusse esperienze mistiche e paranormali ! Certamente in modo più evidente nell’ambito della creazione artistica !

Proseguendo la citazione di Breton, egli aggiunge: “omissis. Secondo alcuni buoni autori (Th. W. Danzel, A. Castigliani) l’idea della creazione del mondo da parte di grandi animali emblematici (non distante dalla teoria dell’evoluzione delle specie viventi, ndr), sarebbe interamente magica (idea che non é soltanto alla base delle mitologie degli indiani della California, degli aborigeni autraliani, ma traspare anche nelle tradizioni più elaborate o trasposte della Caldea, della Fenicia e dell’Ellade «pre-ariana»).”

Come ho scritto nell’articolo precendente, questa operazione rivelatrice, ad opera soprattutto dell’artista-mago, inficia di magia anche il significato archetipico del totem oggetto di culto !

Si può meglio capire, allora, come nella prosecuzione del suo percorso antropologico l’essere umano (Homo Sapiens) ha voluto e saputo trasportare lo stesso strumento di inconscia conoscenza (al momento definibile magica) anche nella narrazione dei miti, che circondarono gli dei e gli eroi dell’età neolitica e poi nella narrazione dei santi dell’era cristiana.

Di fatto, l’artista paleolitico, nel dar vita alla maschera raffigurante l’animale totemico, dal quale il singolo o la comunità si riconoscono come discendenti e, quindi, figli protetti (funzione protettiva attribuita in seguito anche agli dei, agli eroi, ai santi) attua un artificio magico, che ritroviamo in tutta l’evoluzione successiva della specie umana.

Tralasciando per ora le accennate ipotesi di connessione con la «meccanica quantistica», io per primo, in quanto buon conoscitore della psicanalisi, so che questo fenomeno scientificamente é spiegato con la teoria del tranfert. Ovvero la traslazione di processi senti-mentali da un soggetto ad un altro soggetto (o soggetti) e persino oggetti, con funzione mediatica (da medium) rispetto ai senti-menti. Ad esempio l’amore per i genitori traslato in amore per gli dei o per i santi, mediato da raffigurazioni lignee.

Fin dalle prime letture di Sigmund Freud (“Totem e Tabù”, curato per Boringhieri da K. Kerényi), apprendiamo come l’animale totemico acquista tutto il potere derivantogli dal «senso di appartenenza», di cui ha bisogno il credente: quello che la cultura patriarcale indoeuropea ha poi attribuito alla figura del «padre», che originariamente non compariva.

Tuttavia, quando di parla di «appartenenza», c’é da discutere sul carattere traslativo dei sentimenti, giacché entrano in gioco più fattori psicologici, correlati con i bisogni più emergenti o socialmente avvertitti come tali.

Comunque, persino le frasi cristiane più popolari su questo argomento («siamo tutti figli di Dio» e «siamo tutti figli di Maria») alludono ad entità a vario titolo sovrannaturali, generatrici della specie ! L’espressione più eloquente su questo aspetto é soprattutto la 2′ ! Questo perché, secondo la religione cattolica, Maria non generò neppure Gesù di Nazareth, assumendo così un marcato connotato sovrannaturale (ma non trascendente), che ricalca i motivi del culto della Grande Dea, mai concepita come entità trascendente !

Volendo fermarci a Sigmund Freud (giacché più conosciuto), c’é da dire che in “Totem e Tabù” egli pose essenziali interrogativi, alla base del «senso di appartenenza», le cui risposte potrebbero illuminare le menti di coloro che vivono il coivolgimento mitologico, l’adesione mistica e persino l’«identificazione» nei neoeroi calcistici, musicali e politici del nostro presente. Aprendo così spiragli sulle effettive dinamiche, che trascinano numerose comunità umane verso il culto di chi é ritenuto dotato di poteri sovrannaturali.

Pertanto, per avviarci alla conclusione, la domanda d’obbligo che si pone é la seguente: “Cosa unisce tutte le diverse occasioni di apprendimento non razionale sopra descritte ?” La risposta potrebbe essere la necessità di cogliere tutti gli aspetti di «identificazione» del particolare organismo biologico, non classificabile soltanto in base ad un esame del DNA, che assume il nome di Homo.

In particolare, l’Uomo paleolitico e quello delle residuali culture autoctone, non ancora contaminate dal’iper-razionalismo occidentale, pur sprovvisto di ricerche dawiniane, ci insegna che l’«identificazione» della specie non può prescindere dalle caratteristiche degli antenati, vicini e lontani, con i quali i singoli e le piccole comunità si identificano. Tali «identificazioni» ci consentono di soddisfare un recondito bisogno, che ho già definito «senso di appartenenza». Esso traspare in tutte le opere d’arte di spessore, che hanno il dono di rivelare ciò che ai singoli nostri sensi (e conseguenti ragionamenti) sfugge, giacché non decodificabile con parole del linguaggio verbale.

Questo vale per le maschere totemiche, come per le raffigurazioni degli dei e degli eroi pagani, così come delle divinità cristiane ed i santi. «Identificazioni» che consentono di aggregare comunità di esseri umani, tenute insieme, più che dai legami di sangue (**), dagli inconsci legami che alimentano singole forme di culto.

A questo punto nasce l’interrogativo sul carattere educativo o meno dell’uso degli strumenti di «identificazione», soprattutto in funzione collettiva !

La lettura del “Culto e Storia di S. Erasmo”, oltre che per gli aspetti evidenziati nel precedente articolo, mi ha colpito anche per l’affermazione, a corredo dell’esegesi della Passio curata da Giovanni di Gaeta, circa i benefici spirituali ereditati da Formia e Gaeta. Queste città, grazie alla coltivazione del culto del martire Erasmo, poi proclamato santo, ritroverebbero una «memoria sacra», capace di far riemergere constatememte il potere taumaturgico e il significato sacrificale del martirio di Cristo. In questo senso il santo esprime anche la «fede di una comunità» ! Come meglio cementare un’aggregazione umana ?

Purtroppo, di questo prestigioso potere si sono senpre avvalsi i potenti, per perseguire fini specultativi e personali, a svantaggio del popolo. In questo si distinguono in modo particolare i politici, di cui oggi in Italia abbiamo un pericoloso esemplare, che pochi sembrano voler ostacolare.

In questi casi, di cui é piena la Storia di noi discendenti o solo contaminati (ad esempio i Baschi) popoli indoeuropei, diventa oltremodo importante la funzione educativa, di cui dispone un’animatore di processi di «indentificazione sociale» !

Per questo l’incremento delle consapevolezze umane ha un percorso obbligato: quello dell’elevazione del grado di conoscenza della nostra specie e della sua vera e completa storia antropologica !

NOTE:

(*) – Oltre alle frequenti coincidenze di eventi personali con aspetti climatici, tutta una serie di eventi straordinari e imprevisti, in cui ognuno di noi può sperimentare una coincidenza o una casualità incredibile. Ad esempio ci potrebbe capitare di pensare ad una persona e poi incontrarla, senza averla contattata in alcun modo. Oppure potremmo realizzare un sogno premonitore, che trovi un riscontro nella realtà, dopo un certo tempo. Fatti non preventivati che vanno a rispondere alle nostre domande.

(**) – E’ interessante evidenziare come S. Freud cercò di capire la connessione tra culto totemico di un clan con il tabù dell’accoppiamento tra componenti dello stesso clan: circostanza che imponeva l’esogamia, ovvero lo scambio sessuale tra componenti di clan diversi. Confermando, senza saperlo, le successive scoperte antropologiche sui clan delle civiltà matrilineari.

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