Fonte: facebook
di Alfredo Morganti 9 aprile 2015
Il potere impervio
L’Italicum è sempre più un destino a cui pochi tentano di sottrarsi. Intendo dire l’ultramaggioritario, quello per cui se voti oggi, due decimi di secondi dopo sai già chi ha vinto, chi governa e ti si squaderna persino davanti il nuovo DEF. Una specie di pret-a-porter politico. Parrebbe, insomma, che i sostenitori della nuova legge elettorale tengano davvero molto al bipolarismo, o comunque alla creazione di un sistema politico dove si confrontino due schieramenti (o due grandi partiti alternativi) ben distinti tra loro. Ma invece non è così. Perché, altrimenti, auspicare il Partito della Nazione? Perché puntare a questo corpaccione centrale dentro cui stanno tutti e tutto, in nome delle primarie aperte, della liquidità (non mi riferisco ai soldi) e della fine della distinzione tra destra e sinistra? E perché tutta questa litania che i partiti non esistono più, se poi si vogliono premiare le liste (e dunque l’espressione di una forma qualsivoglia organizzata) e non le coalizioni? Roba da restare stupefatti.
L’aporia è lampante. I paladini dell’ultramaggioritario sono, nello stesso tempo, i paladini del ’partitone’ pronto a superare il 40% e farsi asso-piglia-tutto. Ma sono gli stessi, peraltro, che sostengono il maggioritario facendo forza su un governo di larghe intese! Anzi, su alleati esterni all’area di governo ma ‘interni’ a qualche accordo o patto extraparlamentare. Le larghe intese per promuovere la terapia anti-larghe intese: non è una truffa? Un governo né di destra né di sinistra che, tuttavia, vorrebbe durare (almeno a chiacchiere) altri tre anni, e cioè una intera legislatura e non per un tempo emergenziale! Grattando appena appena si scopre, insomma, che i vari sostenitori dell’ultramaggioritario nelle larghe intese, nei partitoni dove si mischiano carne e pesce senza ritegno e nelle filippiche per le quali destra e sinistra non esistono più, ci sguazzano come anitre nello stagno.
Come si scioglie l’aporia? Semplicemente chiarendo che i sostenitori dell’ultramaggioritario amano moltissimo l’esecutivo, amano la decisione incontrastata, i decreti legge, gli uomini soli al comando, le guide forti, gli assi che pigliano tutto. E che ciò non contraddice la cancellazione di destra e sinistra, l’esistenza di partitoni, le stesse larghe intese, anzi! L’uomo ultramaggioritario non vuole il bipolarismo, se ne frega. Tollera a malapena i cespugli attorno, perché portano acqua come i gregari, e mal sopporta i cespugli dentro. Se potesse li raderebbe con un bel tosaerba e via. Oppure è pronto a pazientare, purché si limitino a firmare appelli unitari, a garantire che voteranno a favore, mantenendo così in vita l’ultramaggioritario verso cui pur si opporrebbero! Il potenziamento dell’esecutivo, ecco il vero interesse di chi vuole l’Italicum. Non il bipolarismo, ma un governo forte. Non la rappresentanza che si suddivide in schieramenti alternativi, ma il potere che si unifica, che si rafforza, si arrocca, si fa indistinto, maggioritario, solo potere senza altre sfaccettature. Inarrivabile, impervio. Questo è.


