Fonte: I Gessetti di Sylos
di Giovanni La Torre – 4 agosto 2018
Peccato, il decreto dignità aveva un sua “dignità” per aver avviato una revisione, sia pure parziale, delle norme sul lavoro, ma è stato rovinato da quelle sul gioco d’azzardo.
Quando Di Maio aveva urlato “basta con la pubblicità del gioco d’azzardo”, mi ero detto: “finalmente qualcuno che si preoccupa di questa grave questione sociale”. Quante persone hanno rovinato loro stessi e la propria famiglia per questo vizio? Adesso che la norma è stata varata però la delusione è stata cocente. La sanzione prevista per chi viola il divieto di pubblicità non è l’oscuramento della televisione che la effettua, non è il ritiro della licenza alla bisca (on line) che l’ha ordinata, no! La sanzione è semplicemente una multa pari al 20% del contratto pubblicitario.
Di fronte a questa sanzione figuriamoci come si sono spaventate le bische on line!? Mettiamo che la pubblicità incida per il 10% sul fatturato, avranno un aumento dei costi pari al 2% del fatturato, capirai che danno!? Se mai hanno già concordato con i media che il maggior costo verrà diviso, poi una piccola limatina alle vincite e tutto torna come prima per i conti economici.
In pratica si tratta di un’altra tangente che lo Stato prenderà sul gioco d’azzardo, tutto qui. Oltre alla tassa già esistente sui giochi e le scommesse ci sarà anche questa sulle spese pubblicitarie, quindi lo stato biscazziere raddoppia.
Le bische on line all’inizio faranno finta di essere spaventate (Uh! Come saranno spaventate) per dare il contentino al governo che è stato così bravo con loro dopo la faccia feroce iniziale, ma poi, c’è da scommetterlo, torneranno a fare pubblicità come prima, pagando quella tangente allo Stato. Per il “governo del cambiamento” niente male.


