Lo Stato Regionale, la parrucchiera di fiducia e la mosca del Tridentino

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Lo Stato Regionale, la parrucchiera di fiducia e la mosca del Tridentino
Se una cosa il Covid l’ha messa in luce è lo stato pietoso del nostro sistema regionale, in gran parte composto da discoli, come si diceva una volta degli studenti indisciplinati. Un coro stonato, ecco cos’è la conferenza delle regioni (in minuscolo), composto da solisti che cantano solo tirando fiato. Sentite oggi. In Molise si attuerà una zona gialla rinforzata, introducendo una gradazione di colore intermedia tra giallo e arancione come farebbe un pittore d’altri tempi. Ricordate la mezza porzione rinforzata di ‘C’eravamo tanto amati’, a cui l’oste replica: “Mai una porzione intera ridotta, eh?’. All’incirca. Marsilio, in Abruzzo, invece si autoproclama zona arancione suonando la fanfara, come il reuccio di uno Stato minimo. E guai a chi glielo contesta. Lesa maestà. Fontana l’ineffabile, a sua volta, si lamenta delle regole di Natale e dice a ‘Libero’ (probabile candidato al Premio Pulitzer): “Non dobbiamo adeguarci al virus, ma programmare sul lungo periodo e trovare i percorsi giusti e quelli sbagliati”.
Mi state capendo? Dice il lombardo che non conta l’evoluzione del virus e nemmeno i numeri che piombano in ogni casa ogni giorno, no. Bisogna ‘programmare’ l’intervento anti-Covid ante litteram, trimestralmente, come un bilancio d’esercizio, impostandolo come ci aggrada, insomma, non secondo necessità e contingenza diretta. Giani, invece, altro cantante del coro, decide che se hai un parrucchiere di fiducia fuori comune allora puoi anche andare lì a contagiarti o a contagiare chiunque. La fiducia è una cosa serie, difatti, che si dà alle cose serie (Galbani). L’hanno fermato prima che autorizzasse anche la possibilità di fare la pesca con la mosca in un lago del tridentino, ove si nutrisse fiducia in quel lago (e in quella mosca!).
Tutto questo per dire che lo scempio istituzionale, in mano a dei signori qualunque eletti dal nulla da un sistema elettorale infame, a cui abbiamo concesso poteri, visibilità e risorse (tante), è una delle sciagure più grandi della pandemia. È la prova che non solo gli uomini possono morire di Covid, ma anche il sistema istituzionale. Poco male (anche se grave eh!) che crolli quello informativo, ormai in debito di reputazione professionale, ceduta per molte lenticchie europee. Ma se viene meno l’impalcatura istituzionale in modo così inverecondo e per scellerataggine, allora vuol dire che finisce anche la piattaforma comune su cui tutti noi siamo poggiati come cittadini. È con essa ciò che resta della cosa pubblica. E tutto questo per un colore rafforzato, o per una parrucchiera di fiducia. Non vi viene la depressione? No? Vi invidio.
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