di Alfredo Morganti – 23 luglio 2018
Sottovalutare il sentimento di odio che circola in questo Paese è sbagliato. I sentimenti non sono sciocchezze, perché motivano scelte, decisioni, azioni. Unificano, dividono. La politica per prima non è esente da impeti sentimentali, anzi. Tanto più se è l’odio a emergere e a diffondersi, sdoganato peraltro da quelle forze pronte a scatenarlo e farne uso in vista dei propri obiettivi, o meglio per deviare l’opinione pubblica dai contenuti effettivi delle proprie politiche. Odio si sta attizzando, con successo, verso i poveri, i neri, gli immigrati dei gommoni; odio sta circolando anche nei confronti di un ricco avversario, che ha ingaggiato, forse, l’ultima battaglia della sua vita. In entrambi i casi è l’umanità che viene a mancare producendo un vuoto incolmabile. E con l’umanità la pietas, la compassione, la partecipazione al dolore, la cura.
Senza questo sentimento di prossimità di noi resta ben poco, al più un corpo senza un’anima, qualunque cosa voi intendiate con questo termine. E non bastano a surrogare questa mancanza la teoria, il calcolo, la riflessione, le grida, l’intelletto, l’arroganza, l’impudenza, la saccenza, la boria, la mancanza di rispetto. Se c’è una cosa non surrogabile e insostituibile, quella è proprio l’anima. Perderla è come morire all’umanità.


