Caro Max,
vedi come va il mondo ? Tutti a criticare, ciacolare, indignarsi … per cosa ? Per aver dato dello “stupido” ad un provocatore che se l’è cercata. Ad ogni azione corrisponde una reazione, e siccome la pazienza non è infinita, specie quando sei un pochino in là con gli anni (ne so qualcosa), ci si fanno meno remore nel contrastare chi ti provoca deliberatamente.
Non sta “bene” che un politico, un personaggio pubblico, abbia certe reazioni ? E perchè poi ? Non siamo forse tutti esseri umani ? Non reagiamo mai ? Chiniamo sempre la testa ? Ci lasciamo bellamente camminare sopra ? E’ così, che ti “apprezzerebbero” di più ? Io no. Tutto ha un limite. Tu sei un combattente nato, non ti inginocchi, non abbassi la cresta e “sior sì signore” avanti come nulla fosse.
Ma nel frattempo, con tutto questo “polverone” sollevato ad hoc, per farti apparire ancora una volta, una volta di più, uno spocchioso, un insolente, e via delirando, quello che rimane sottotraccia è il tuo pensiero, quello che hai in testa, quello che ti auguri per il futuro del nostro Paese, come farlo e con chi attuarlo.
Tutto questo, grazie a una banda di ciarlatani/servi, che non fanno altro che cercare (perchè, almeno con me NON ci riescono) di affossarti e di infangarti in ogni dove.
Che tu gli dia un certo “fastidio”, diciamo ? …
Con stima, piena comprensione, e, perchè no, affetto
Mary
Maria Boscarol scrive a D’Alema: la Politica è passione e il cuore batte a sinistra
Autore originale del testo: Maria Boscarol
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6 commenti
Durante la trasmissione de La7, a metà dell’intervista a D’Alema, è andato in onda un breve video-reportage-interviste ai membri della nuova Direzione del Pd. In pratica, venivano intervistati alcuni partecipanti intercettati sulla via del Nazareno.
Fra gli altri, una ragazzetta ventenne, una dei millenials inseriti da Renzi nella sua nuova direzione. Una bella ragazza, candida e solare, che con assoluta franchezza ha amesso di non conoscere quasi nulla di Berlusconi, della sua storia politica. E che si sarebbe affidata completamente alle decisioni della Direzione perché “sicuramente saranno le migliori decisioni possibili”.
E vengo al dunque. Se un’assenza di memoria storica è affidata ad una ragazza di vent’anni che si affaccia adesso alla politica, forse ci può pure stare. Ma se a dimenticare le complessità delle fasi attraversate dal Paese, se a banalizzare passaggi chiave come la caduta di Prodi, se a giustificare l’accusa basta – come pure candidamente ha detto il giornalista dell’Espresso – un “l’ha detto Renzi”, insomma se tutto questo viene da un professionista di lungo corso come Damilano, allora l’indignazione è più che giustificata. “L’ha detto Renzi” non può essere “ripetuto come un pappagallo”. Perché a quel livello di rappresentanza della categoria dei giornalisti, è giustamente “un’idiozia”.
Perché qui non deve sfuggire a nessuno che il vero problema è che la cultura dello slogan o della eccessiva semplificazione sta braccando tutti. E questo è il vero problema. Perché questa cultura, questi metodi, queste modalità stanno oscurando lo stato di salute di un Paese che è sotto i riflettori dei mercati e dei Commissari Ue.
Piuttosto che incalzare su ricette di risanamento, che è il vero motivo di una “ricostruzione” a sinistra di una forza politica, spesso il giornalismo condivide uno stile molto più “social” e “semplificatorio”, tipico delle nuove piattaforme politiche o del populismo di governo che dello slogan fa una cifra politica. Da qui la ricerca della battuta, del gossip, dell’alterco. Del frammento di un incontro, o di un discorso, da rilanciare all’infinito su Twitter, su Facebook, su Instagram, etc.
In un circolo vizioso di autoalimentazione della demagogia.
Mi dispiace molto per Damilano che non reputo un cattivo giornalista, anzi. Rispetto ad una pletora di servizievoli, Damilano ha un distinto spirito critico e una lucida capacità d’anali che riesce spesso ad inserire nei suoi articoli e nelle sue indagini. Ma credo che in questo caso sia stato certamente un po’ ingenuo e (affettuosamente) “stupidotto” nel provocare una reazione attraverso affermazioni azzardate, ma soprattutto che cercano sempre un capo espiatorio.
Damilano ha teso un agguato
E’ vero. In questo caso è stato troppo spavaldo e provocatore. Anche un po’ deludente, per la verità, per questo mi dispiace.
Cara Maria Boscarol, D’Alema ha avuto peso e ruoli rilevanti negli ultimi 30 anni nel Partito e nella Nazione. Che cosa è rimasto di positivo nel Partito e nella Nazione dell’indomita combattività di questo signore?
Direi più niente che poco, cosa che non si può dire delle sue personali fortune.
Non è il solo (cfr Veltroni ad es.) ma questa è un’aggravante.
Sarebbe ora che basta, come succede altrove (ad es. in Francia) dove chi fa disastri per autonoma decisione sparisce dalla scena pubblica.
Mi paiono affermazioni tanto cattive quanto gratuite, prive di fonti attendibili. Sono solo accuse che vengono rivolte in Italia a ogni politico da parte di chi ritiene la politica solo un untile imbroglio e non sanno distinguere il grano dalla gramigna