Meloni critica i cortei: “La sinistra fomenta le piazze contro me”

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Vincenzo Bisbiglia e Giacomo Salvini
Fonte: Il Fatto Quotidiano

Meloni critica i cortei: “La sinistra fomenta le piazze contro me”

Di buon mattino firma un comunicato per ricordare il 7 ottobre senza citare mai la Palestina ma limitandosi ad approvare il piano di pace di Donald Trump e assicurare la sicurezza in Medio Oriente. Poi la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in serata va da Bruno Vespa per attaccare i cortei (soprattutto i sindacati) del fine settimana e dare sfoggio di vittimismo: ancora una volta parla di “clima imbarbarito”, richiama alla responsabilità perché “poi la situazione sfugge di mano” e sottolinea di essere stata denunciata per concorso in genocidio di fronte alla Corte Penale Internazionale.

La premier decide di tornare nel salotto di Bruno Vespa – prima a Cinque minuti e poi a Porta a Porta – per ricordare il 7 ottobre e parlare delle manifestazioni del fine settimana. In primo luogo, la premier continua a sottolineare l’odio che sta colpendo il governo: “Il clima può peggiorare – dice ricordando le tante minacce di morte – ma stiamo cominciando a sperimentare qualcosa di diverso, e penso si stia sottovalutando da parte di chi ha pensato di fomentare la piazza. Attenzione perché poi le cose sfuggono di mano”, spiega facendo un riferimento velato al possibile ritorno del clima degli anni di piombo di cui ha parlato il ministro di Fratelli d’Italia Luca Ciriani. Aggiunge che è la sinistra che “fomenta le piazze” e, sulle manifestazioni del fine settimana, si sofferma solo sulle violenze e sugli slogan contro Israele: “Sono rimasta scioccata – dice nel salotto di via Teulada – che nella manifestazione uno degli striscioni di testa inneggiava al terrore. A chi inneggia al terrorismo gli si permette di stare in testa al corteo: forse la tesi dei semplici infiltrati è un po’ riduttiva”.

Il segnale più chiaro di questo clima nei suoi confronti, è la tesi di Meloni, sarebbe la denuncia nei suoi confronti e dei ministri Guido Crosetto, Antonio Tajani oltre che dell’Ad di Leonardo, Roberto Cingolani, per concorso in genocidio alla Corte Penale Internazionale da parte di 52 giuristi: “Credo che non esista un altro caso al mondo e nella storia di una denuncia del genere – aggiunge Meloni – la sinistra non sa più dove denunciarci”. E ancora: “Penso che qui ci siano delle responsabilità di chi per esempio dice che hai le mani sporche di sangue, da chi dice che questo governo è complice di genocidio”. In serata la portavoce della Cpi chiarisce: “Solo le decisioni del procuratore hanno valore ufficiale e non esiste alcuna decisione”. La premier ha colto l’occasione per attaccare nuovamente la Flotilla (“40 tonnellate di aiuti noi li mandiamo in una mattinata, non serve mettersi in pericolo e dare un alibi a chi la pace non la vuole”) e rilanciato sulle riforme a partire da quella della separazione delle carriere e dell’autonomia (“le prime intese arriveranno entro l’anno”). Frena poi sull’ipotesi rilanciata da Matteo Renzi su una sua possibile elezione al Quirinale: “Mi basta e avanza fare la presidente del Consiglio”, spiega.

Intanto nelle piazze italiane quella di ieri è stata un’altra giornata di proteste e tensioni con le forze dell’ordine. A Bologna e a Torino si sono svolte quelle, non autorizzate, organizzate dai Giovani Palestinesi Italiani. Nel capoluogo emiliano, dove era presente anche il capo della polizia Vittorio Pisani, la questura ha deciso di non concedere il corteo ai circa 5 mila di piazza Nettuno, procedendo dopo un’ora di sit-in a “liberare” l’area con gli idranti e diverse cariche nei confronti dei manifestanti, i quali però erano quasi tutti a volto scoperto e non avevano fatto alcuna azione di provocazione verso la polizia. A Torino, invece, la scelta è stata del tutto differente: ai circa 5 mila di piazza Castello è stato concesso di andare in corteo verso nord e, almeno fino alle 21.30 circa, tutto si è svolto pacificamente. Tensioni anche a Livorno, dove un centinaio di antagonisti si sono ritrovati al centro congressi per l’evento elettorale della Lega, a cui ha partecipato anche il vicepremier Matteo Salvini: qui c’è stato un lancio di uova, pomodori e bottiglie contro la polizia e cori “fascista fascista” all’arrivo dei ministri Salvini, Valditara, Giorgetti, Calderoli e Locatelli. Due le persone fermate. Oggi ancora cortei a Roma, Napoli, Salerno, Bergamo e Ferrara.

ha collaborato Sarah Buono

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