di Raniero La Valle – 25 ottobre 2016
Michele Serra, citando un mio scritto su Micromega, riconosce che la Costituzione renziana è il punto d’arrivo di una restaurazione consistente in un trasferimento della sovranità dal popolo ai mercati, ed anzi dice che questo concetto è “folgorante” per quanto è vero. Però ciò si sarebbe già realizzato da tempo, segnando una sconfitta della sinistra, nella quale lo stesso Serra si annovera, e i trenta-quarantenni di oggi non farebbero che prenderne atto. Secondo questa tesi la riforma Boschi-Renzi non farebbe che tradurre in norme questa nuova realtà, e questa sarebbe la ragione di votare “sì” a questa innocente proposta. Ne verrebbe dunque confermato che il popolo non è più sovrano, sovrani sono i mercati e la nuova Costituzione invece di permettere e promuovere la riconquista della sovranità al popolo, la consegnerebbe, irrevocabile, al Mercato. E poiché le Costituzioni sono destinate a durare, questa è la scelta che noi, sconfitti, lasceremmo a determinare la vita delle generazioni future.
È molto sorprendente che questa posizione (implicita ma negata nella propaganda ufficiale) sia ora resa esplicita e formalizzata sulla pagina più autorevole della “Repubblica”. Certo, non c’è niente di disonorevole in una sconfitta politica. Ma nel passaggio dello scettro dal popolo ai signori del Mercato non c’è solo la sconfitta della sinistra, c’è la sconfitta di tutto il costituzionalismo moderno e dello stesso Stato di diritto: il popolo sovrano infatti è il cardine stesso della democrazia e della Costituzione. Mettere super partes la nuova realtà per cui esso è tolto dal trono, sottrarre questo mutamento alla lotta politica, accettarlo come un fatto compiuto e finale, non è solo un efficientismo da quarantenni, è una scelta. E se a farlo è la sinistra, non è solo una sconfitta, è una caduta nella “sindrome di Stoccolma”, è un suicidio, ma col giubbotto esplosivo addosso, che distrugge insieme alla sinistra la politica, la democrazia e la libertà.
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commento di Alfredo Morganti:
Raniero La Valle è uno di quelli che, secondo i neocostituzionalisti rignanesi, dovrebbe restarsene a guardare mentre gli altri fanno scempio. Meno male che invece non difetta di lucidità e intelligenza, e nemmeno gliela manda a dire.



2 commenti
Mah, veramente i tono dell’ “Amaca” in questione è quello del rimpianto per una situazione di fatto (il presunto trasferimento della sovrantà dal popolo ai mercati) che Serra considera una iattura. Altro che propaganda per sì!
In ogni caso, a chi creda che nello slogan della sovranità popolare (così come in tutte le altre invenzioni della democrazia elettivo-rappresentativa) ci sia qualcosa di concreto consiglio di leggere “Il Verme del rafano è più felice di me”.
https://cassandrascrivens.wordpress.com/il-verme-del-rafano-e-piu-felice-di-me/