Fonte: La Stampa
Moni Ovadia : «Io non credo che Giorgia Meloni sia un pericolo, ma non si può essere italiani anti-antifascisti»
«Io non credo che Giorgia Meloni sia un pericolo. Intanto, l’ho detto e mi hanno quasi linciato, è una politica di razza. Io sono all’opposto, ma lo dico come fatto oggettivo», premette l’attore e scrittore Moni Ovadia. «Sono antifascista dalla punta delle dita ai capelli, ma le ambiguità agli eredi del fascismo sono state permesse in particolare dalla degenerazione culturale di quello che oggi si chiama Partito democratico. Molto partito e poco democratico. La Meloni va affrontata come un’avversaria politica, tirando fuori i coglioni. Se prova ad attaccare lo statuto antifascista della Costituzione, il famoso arco costituzionale deve mobilitare le piazze, i social media per dirle “non ci provare”». Moni Ovadia la prossima stagione sarà in teatro con un recital, Il Capobanda con Aldo Cazzullo e Giovanna Famulari: «Avrebbe dovuto chiamarsi Il duce delinquente», racconta, ispirato alle “gesta” di Mussolini.
La democrazia è in pericolo?
«La democrazia intesa come sistema autentico, profondo e non formale è in pericolo in tutto il mondo. Basta vedere Trump: c’è un’insofferenza di questo sistema economico che è una metastasi del capitalismo a certe verità profonde della democrazia, come l’eguaglianza. Se mi fossi trovato nella rivoluzione francese, io la triade che lancia la democrazia liberale l’avrei cambiata in Egalité, Liberté, Fraternité perché ha senso parlare di libertà solo tra uomini uguali. Altrimenti la libertà diventa l’arbitrio dei più potenti. Sicuramente c’è un pericolo. La democrazia è in pericolo anche in Israele, e non è un caso che le destre di oggi siano perdutamente innamorate della destra israeliana. È in pericolo in Ungheria, in Polonia. La colpa deriva dall’inverosimile debolezza delle sedicenti sinistre».
Che vuol dire?
«Prendiamo la sinistra italiana. Ha accettato un revisionismo sconcio, da salotto televisivo, che ha calunniato i nostri partigiani. Vorrei fare una grande mostra da far girare in tutte le scuole intitolata: “Se avessero vinto loro”».
Che sarebbe accaduto?
«Se avessero vinto loro, l’Europa si sarebbe trasformata in un incubo, sarebbero pullulati campi di concentramento e di sterminio. La Costituzione italiana è antifascista, nata dalla Resistenza antifascista. I costituzionalisti che ce l’hanno donata sono stati quasi tutti partigiani, anche i democristiani, un esempio per tutti Oscar Luigi Scalfaro. Oggi quel fastidio che c’è da parte della destra per l’antifascismo è antipatriottico. I gap erano gruppi di azione patriottica, tutti i partigiani si definivano patrioti e morivano sotto le fucilazioni gridando viva l’Italia».
Intanto già si parla di presidenzialismo, e Berlusconi dice che Mattarella nel caso passasse la riforma dovrebbe dimettersi.
«Berlusconi è una figura molto da commedia all’italiana. È entrato nella vecchiaia con il suo vitalismo da commedia e ogni volta che si scatena con le sue boutade guadagna punti. Tiene la scena. Non bisogna prenderlo sul serio. Bisogna rispondere al presidenzialismo? Ci vediamo in Parlamento, nelle aule del tribunale, alla Corte Costituzionale. Non in tv».
Torniamo alla Meloni.
«Ha mostrato delle notevoli capacità, io sto e starò dall’altra parte. Io sono antifascista, resto un comunista secondo quello che diceva Marx : “A ciascuno il suo secondo le sue necessità, a ciascuno secondo le sue capacità”. Si facciano le dovute autocritiche perché se la Meloni ha conquistato tanti consensi popolari, la responsabilità principale è del Pd. Se avesse un minimo di dignità dovrebbe chiedersi come abbiamo potuto collaborare al degrado della politica, come abbiamo potuto indebolire l’antifascismo?».
Perché non toglie dal simbolo la fiamma tricolore?
«Perché non vuole perdere quelli che fanno il saluto fascista. Io non credo che lei sia ancora fascista, però usa tutta una serie di espedienti retorici per non perdere quell’elettorato. Vorrei fare qualche test di intelligenza a questi personaggi che gridano “Onore al duce”. Ma quale onore? S’è imboscato come un topo di fogna nei camion tedeschi, ha lasciato le camicie nere allo sbando, il duce ha pugnalato alla schiena i suoi camerati, il più grande assassino di italiani della storia d’Italia».
Che dovrebbe fare Meloni?
«Strappare la corda con il passato, prendere le distanze da Orban e Trump. Non si può essere italiani anti-antifascisti».


