di Luigi Altea 3 settembre 2016
Io non sono mai stato Charlie. Neppure dopo la strage di Parigi.
Di fronte ad avvenimenti tragici siamo portati tutti a reagire con la psiche, luogo in cui risiedono sentimenti ed emozioni.
Anche gli animali e perfino le piante (dicono) hanno una psiche…
Un cane, davanti ad un osso, ha una reazione emotiva non dissimile da quella che ho io davanti ad una torta di cioccolato…
Lo stesso cane è capace di sentimenti di amicizia e di fedeltà non inferiori a quelli riservatimi da persone a me molto care.
La morte di chiunque mi rattrista, mi addolora, ma non mi induce ad identificarmi col morto.
Oltre la psiche, sopra la psiche, abbiamo un luogo (coscienza, spirito critico, anima, o semplicemente spirito?) deputato a discernere, a produrre decisioni responsabili…
E’ il luogo dove si produce libertà, dove si dà direzione ai comportamenti, si dà senso alla vita.
Un cane davanti all’osso può reagire solo emotivamente.
Io davanti alla torta, dopo la reazione emotiva che mi spinge a mangiarmela tutta, posso decidere liberamente di neppure assaggiarla.
Le vignette di Charlie Hebdo non mi hanno mai fatto ridere. Mai!
Quelle raffiguranti Maometto erano volgari e stupide, nonché blasfeme, non solo secondo i musulmani. Quelle raffiguranti il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, in un’orgia omosessuale, erano semplicemente cretine. Quelle raffiguranti la Madonna nelle vesti di una baldracca facevano pietà…
L’ultima vignetta sul terremoto di Amatrice si commenta da sola.
A parte l’oltraggio evidente per le vittime e per il dolore dei superstiti, la vignetta è indecorosa perché un francese, davanti a un piatto di pasta italiana, fosse anche cucinato da me, che non sono certo un gran cuoco, può solo togliersi il cappello e restare in silenzio, con l’acquolina in bocca.
I francesi, con tutta la loro supposta grandeur, ancora non hanno imparato a cucinare decentemente gli spaghetti, e neppure a preparare una tazzina di caffè passabilmente potabile…
Siano sempre liberi i vignettisti nelle loro espressioni, anche quelle che ci feriscono, ma evitiamo di farne degli artisti o degli eroi…
Io nei confronti di Charlie provo grande dolore per la tragedia che hanno subito, ma liberamente decido di non essere Charlie, perché quelli di Charlie Hebdo sono, e sono sempre stati, dei grandissimi stronzi!


