di Luigi Altea – 25 febbraio 2017
I vari tronconi di sinistra che si sono formati dovranno, necessariamente, cercare di ricomporsi.
Spero che la ricerca dell’unità non avvenga solo attraverso il bilanciamento delle cariche, e la distribuzione dei posti. Pratiche, che la parola organigramma cerca, inutilmente, di nobilitare.
Sono certo che l’accordo si troverà subito, se al centro del programma saranno messe due parole: uguaglianza e disuguaglianze.
Uguaglianza al singolare, disuguaglianze al plurale.
Il singolare esprime il concetto. Il plurale rappresenta concretamente le persone e le ingiustizie che subiscono.
Il concetto, e cioè il principio, viene, per definizione, prima di tutto…
In una sola parola, uguaglianza, sono rinchiuse tutte le contraddizioni che tormentano l’umanità e che agitano le vicende umane.
Allo stesso tempo il concetto di uguaglianza apre un orizzonte, e rende comprensibile la democrazia, perché è capace di darle un senso, di indicarle la ragione sociale…
A me pare incomprensibile la pervicacia della sinistra nel volersi definire democratica.
Anche la destra si richiama alla democrazia…
Anche Trump è stato nominato attraverso delle primarie e delle elezioni democratiche.
La Sinistra si differenzia dalle destre, se nel profondo del suo cuore pulsa l’ideale dell’uguaglianza, che diventa l’obiettivo da raggiungere, attraverso politiche conseguenti e adeguate.
L’ossessione per l’uguaglianza è il rifiuto delle disuguaglianze, è la ribellione contro le discriminazioni, è la collera verso le ingiustizie sociali.
Come potrà la Sinistra attrarre le nuove generazioni, se dimostrerà una quotidiana e rassegnata accettazione dello stato attuale delle cose?
Renzi promette il ritorno del futuro…che ci consegnerà creatività, innovazione e bellezza…
Non so cosa voglia dire, ma so che è nel passato che la Sinistra è stata egemone culturalmente.
Teatro, cinema, poesia, letteratura, musica, pittura… erano quasi esclusivamente di sinistra.
Da quando la Sinistra ha smesso d’indignarsi contro le disuguaglianze, ha smesso di produrre arte e di creare bellezza.
Rifiutare il futuro promesso da Renzi non significa fare un puro esercizio di nostalgia, ma ribadire che l’ingiustizia è insopportabile.
Vuol dire che le inevitabili “differenze” non devono creare disparità, emarginazione, disuguaglianza.
Questa è l’ambizione da consegnare ai giovani e a chi verrà…
Una lunga marcia, un lavoro paziente, una conquista lenta, ma costante…
Spero se ne tenga conto nella scelta del nome di battesimo della nuova creatura…
Avanzare nella realizzazione individuale, e nel progresso collettivo, è una giusta aspirazione umana.
Avanzare eliminando ingiustizie e creando uguaglianza è un’aspirazione umanissima.
E’ di sinistra, ed è sempre modernissima.