PENSIERI PEREGRINI NELLA CANICOLA

per Filoteo Nicolini

PENSIERI PEREGRINI NELLA CANICOLA

Oggi vado al Cimitero Maggiore, ho bisogno di stare in silenzio e raccolto per un po’, nella Milano rumorosa e afosa di questi giorni. Me lo ero proposto giorni addietro. Prendo due tram, e in momenti differenti vedo tre donne in evidente stato di gravidanza, più una quarta possibile candidata, ma non ne sono sicuro. Sono quegli incontri che si presentano a grappolo, coincidenze significative, sincronicità. Vita e morte si intrecciano, sempre. Ma di quale vita stiamo parlando, di quale morte si tratta? E qui mi riallaccio all’articolo precedente in cui ponevo domande sull’origine dell’anima*.  L’anima ritorna in nuovi corpi alla nascita dopo una traversata terrestre.

Riassumo quanto detto. Così come deriviamo le specie animali superiori da quelle inferiori come risultato dell’evoluzione delle specie, allo stesso modo dobbiamo far derivare la natura superiore dell’anima da un’altra immediatamente inferiore per la sua evoluzione spirituale. In parole povere, adatte alla canicola di questi giorni, è la rincarnazione. Non possiamo comprendere l’anima di Gandhi  se non capiamo che essa ebbe origine in un altro essere spirituale “inferiore” che la precedette. E quest’anima di Gandhi non può essere cercata in nessun modo nella sua ascendenza fisica. Se facessimo così, staremmo contraddicendo l’idea stessa di ricerca scientifica. L’anima di Gandhi deve avere la sua origine da un’altra che le somigliava, solo di un grado evolutivo inferiore. L’anima di Gandhi si rivela a noi nella sua biografia, e arrivo a conoscere Gandhi per la sua biografia, così come riconosco il leone per la descrizione della sua specie. E comprendo la specie se mi immagino che provenga da un’altra ad essa inferiore. Allora comprendo quello che mi dice la biografia di Gandhi se penso come si sia sviluppata dai caratteri di un’anima che le è stata similare, che le è stata affine come anima. Da ciò risulta che l’anima di Gandhi prima di nascere già esistette di un’altra forma in un altro corpo.

Un pensiero esatto non può sfuggire a questa conclusione. Chi non vuole accettare l’evoluzione dell’anima, non può che rifugiarsi nel pensiero, confortante ma difettoso, del miracolo della creazione istantanea dell’anima.

Alcuni chiedono:” Per caso, conosciamo qualche sostrato dell’anima?” E aggiungono di non conoscere nessun fatto scientificamente provato che possa citarsi a favore dell’immortalità. Ma che direbbe il docente se uno studente confessasse di non conoscere niente di chimica e perciò negasse le leggi della chimica, per il fatto di ignorare fatti comprovati su cui fondare tali leggi? Il docente senza dubbio gli risponderebbe di studiarla a fondo, prima di fare affermazioni senza fondamento.

Se la psicologia vuole rimanere fedele al metodo scientifico, deve studiare la forma dell’anima che è anteriore ad un’altra, per conoscere quest’ultima. Gli stati posteriori sono effetto e conseguenza di altri anteriori, sia nelle scienze naturali sia nelle scienze che si propongono studiare l’anima. Quello che sono e che faccio in questa vita non esiste da solo come se fosse un miracolo, un capriccio o un caso. Piuttosto, si vincola come effetto con le forme precedenti della mia anima, e come causa con quelle che da me emergeranno.

Il tempo passato al Cimitero è stato proficuo, almeno alcune idee sono emerse.

Noi sappiamo che i defunti vivono. Il ricordo di essi è la delicata irruzione nella nostra coscienza di qualcosa soprasensibile. È un pensiero che mai e poi mai potrebbe nascere dalla nostra attività rivolta al mondo fisico sensibile. Chi non vuole riconoscere l’esistenza di una evoluzione spirituale, non ha il diritto di parlare di evoluzione nella natura esterna, mi viene da dire. Queste idee appena formulate ci trasformano, non si tratta di una semplice conoscenza come altre. Ci danno forza per orientare i passi nella vita, indicandoci da dove veniamo e verso dove andiamo.

 

FILOTEO NICOLINI

*” Domande sull’origine dell’anima”, Nuova Atlantide, Cose dall’altro Mondo

Immagine: Cannicci, Gramignaie al fiume

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