Perché non credo alla buona fede dei sedicenti “garantisti”

per mafalda conti
Autore originale del testo: Giovanni La Torre
Fonte: i gessetti di Sylos
Perché non credo alla buona fede dei sedicenti “garantisti”
In questi giorni è ripreso il dibattito sulla giustizia con l’eterno scontro tra i sedicenti “garantisti” e i cosiddetti “giustizialisti”, con i primi che continuano a ripetere che l’istituto della prescrizione è un principio sacrosanto di un sano ordinamento giuridico. Su questa affermazione non si può che essere d’accordo, ma la questione è un’altra, e cioè che, guarda caso, la maggior parte dei processi finisce in prescrizione, e questo non è certo tipico di un sano ordinamento giuridico e, anzi, costituisce una beffa per i cittadini onesti e assicurano una piena goduria a ladri, truffatori, assassini, ecc. E soprattutto finiscono spesso in prescrizione i processi che vedono un forte sbilancio tra le possibilità economiche della difesa, che può esibire avvocati di grido, e quelle delle parti civili e della stessa accusa (vedasi il processo per il disastro di Viareggio).
Stando così le cose, personalmente darò credito ai sedicenti garantisti quando denunceranno all’opinione pubblica lo scandalo della marea di processi che vanno in prescrizione. A questa obiezione loro si difendono dicendo che la lunghezza dei processi è una responsabilità dello stato, la qual cosa appare ovvia, però resta il fatto che mentre per sostenere la necessità della prescrizione si fanno fior di campagne di stampa (addirittura ci sono dei giornali che si dedicano quasi solo a quello), per contro per chiedere riforme che abbrevino la durata dei processi e che impediscano la prescrizione, costoro non spendono neanche una parola. Ed è questo che me li fa considerare in mala fede. Né, come sembra si voglia fare, il fissare per legge la durata massima di un singolo grado di giudizio può costituire la soluzione, perché se poi non si danno le risorse necessarie allo scopo è tutto inutile, anzi beffardo.
Oggi quando qualche accusato va da un avvocato penalista quasi sempre si sente dire: “dobbiamo mirare alla prescrizione”, e solo in subordine viene elaborata una strategia difensiva seria. Cioè, la prescrizione fa proprio parte delle strategie legali per evitare la condanna, non è un accidente che capita per caso o per necessità oggettive di durata processuale. E questo, oltre tutto, ha anche l’effetto di selezionare una classe di avvocati scadenti, bravi solo ad allungare i tempi dei processi con mille scuse e trovate furbesche.
Nella mia attività lavorativa mi è capitato di essere parte lesa nei confronti di truffatori, ebbene il processo finiva regolarmente in prescrizione e io immaginavo gli imputati che mi facevano mentalmente il gesto dell’ombrello. Ai bambini si insegna che la disonestà “non paga”, ma lo possiamo dire, appunto, solo ai bambini perché noi sappiamo, purtroppo, che in Italia la disonesta “paga, e pure bene”. Negli Usa Madoff è uscito dal carcere solo, come si suole dire, con i “piedi davanti”, in Italia sarebbe stato immediatamente libero, avrebbe scritto un libro, sarebbe stato intervistato da fior di giornali, invitato in tutti i talk show televisivi e avrebbe insegnato ai giovani “l’etica negli affari”.
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