Pieri: Non ho nessun merito per aver ottenuto il passaporto, solo la fortuna di nascere dalla parte fortunata del mondo

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Lorenza Pieri

di Lorenza Pieri – 20 giugno 2018

Sto viaggiando coi miei figli. Va tutto bene (a parte che l’adolescente si è dimenticato lo zaino al controllo bagagli e me ne sono accorta io quando già eravamo sul trenino verso il gate, e abbiamo fatto una corsa assurda costellata di parolacce maremmane). Ci sono tante famiglie in aeroporto, tanti bambini. Al controllo passaporti sono veloci. Tutto il male che sta succedendo in questi giorni dipende solo da questo, avere un passaporto in regola o no. Se non ce l’hai, varcare un confine può coincidere con la morte, un viaggio su un gommone che affonda può costare tre volte tanto il prezzo del mio volo, i bambini delle famiglie senza visto, al contrario dei miei che mi stanno sempre accanto, possono essere tolti ai genitori, sequestrati, buttati in capannoni insieme ad altri che piangono senza consolazione, senza sapere cosa gli succederà, senza l’abbraccio di nessuno.

Io penso alla differenza tra me e questi genitori senza visto in regola e non ne trovo nessuna. Non ho nessun merito per aver ottenuto il passaporto. Ho solo avuto la grandissima botta di culo di nascere dalla parte fortunata del mondo, quello che sta istituzionalizzando l’ingiustizia. Che punisce i più sfortunati. È una cosa inaccettabile. Guardo i miei figli e mi viene da piangere. Spero che loro un giorno o i loro figli, riescano a vivere in un mondo in cui i passaporti non servono più, in cui si possa migrare come gli uccelli, tornare a casa come le anguille vanno nel mar dei sargassi e poi se ne tornano e “welcome home” si possa dire a tutti, dappertutto, in ogni lingua.

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