Popolo bue

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Fausto Anderlini

di Fausto Anderlini – 17 agosto 2017

C’è da rimanere basiti. A sinistra impazza uno scontro senza esclusione di colpi sulla questione dell’immigrazione. Con largo uso di epiteti: razzisti rosso-bruni inveiscono gli uni, e di rimando ‘sinistra frufru’ rispondono altri (espressione con la quale sarei quasi per simpatizzare, ma mi trattengo). Lo scontro è talmente appassionato da far presagire una difficilissima ricomposizione degli stracci quando si porrà il problema. Il solito eccesso di passione ideologica della sinistra, mentre dal Pd non si hanno echi, salvo il sospettoso duello che separa renziani e minnitiani sulla scala della notorietà.

Sarà per questa ulteriore occasione di mestare nelle divisioni della sinistra che vediamo all’opera l’ala movimentista del partito debenedettiano. L’Espresso è tutto un florilegio a favore delle Ong e delle posizioni radico-umanitarie. Personalmente trovo insopportabili i toni moralistici e sentenziosi di Saviano. Per non parlare dei pistolotti di Gainnini e Mauro su La Repubblica. Scagliare con tutta la veemenza letteraria di cui si è capaci l’assolutismo etico umanitario contro ovvie esigenze di controllo e regolazione territoriale quali constatiamo non solo nelle acque territoriali, ma nelle piazze, nei giardini, nelle stazioni, ai posteggi, nelle case popolari come nelle sale giochi, al pronto soccorso e in ogni dove, sembra fatto apposta per eccitare gli animi. Epater le peuple (bue, xenofobo e plebeo) sembra aver sostituito lo sport un tempo preferito di èpater la bourgeoisie. Vedendosi ingrandito, in una ricercata e sprezzante solitudine pannelliana, il proprio super-ego. Con la conseguenza di una dilagante fascistizzazione di massa che pure si denuncia con alte grida.

Io capisco le posizioni di Sinistra Italiana. Quel mondo, dal quale proviene la Boldrini, è forse la sua principale costituente sociale. Che però non è la mia, anche se quella a cui facevo riferimento, hainoi, è andata in frantumi. Rischiamo uno spettacolo grottesco: di perderci a litigare sulla soglia della stalla quando tutte le bestie sono trasmigrate altrove. E non da oggi. E comunque cercare una ‘mediazione efficace’ che rinunci alle demonizzazioni in nome dei cd. ‘valori indivisibili’ sarebbe forse utile non solo per un esercizio di scuola (visto che la democrazia è per natura divisione e ricomposizione) ma per riportare a casa almeno qualche branco di quel ‘popolo bue’. Magari per portare di nuovo in parlamento qualche esponente delle ong.

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