PRESEPE OBBLIGATORIO E OPPORTUNITA’ DI APPROFONDIMENTO
La notizia del progetto per rendere obbligatoria l’istallazione del Presepe natalizio si presta a varie critiche, sia dal punto di vista della laicità dello Stato, sia dagli stessi esponenti del clero cattolico per molti dei quali l’iniziativa deve far sorridere. Anche essi sanno che la fede non si impone per un decreto dagli effetti controproducenti e divisivi. Anche essi sanno che è tramontata l’epoca in cui la fede si serviva di strumenti a dir poco coercitivi. Oggi la nostra coscienza richiede comprensione dei misteri che costellano la nostra evoluzione come Umanità.
È preparata la Scuola per affrontare tali temi?
La Scuola dovrebbe assolvere il compito di stimolare conoscenza e comprensione, e siamo distanti ancora dalla comprensione profonda dell’evento in cui nasce in Palestina l’Essere che diventerà il Cristo. Sapranno spiegare maestre e docenti i significati di ciò che adorna il Presepe? Chi sono quei Re Magi e cosa rappresentano?
Non è mai troppo tardi per chiedersi se abbiamo un punto fermo da cui partire per indagare l’origine e l’evoluzione della conoscenza umana. E’ sotto i nostri occhi, ma viene generalmente ignorato per l’emozione del Natale, quando ascoltiamo le parole:”Gloria a Dio nell’Alto dei Cieli e pace in Terra agli uomini di buona volontà! ”
Eppure, in quella esclamazione è racchiuso un doppio profondo segreto. L’annuncio dato ai Magi è frutto del perfezionamento della saggezza che era stato possibile raggiungere fino all’epoca del mistero del Natale, per mezzo della più minuziosa osservazione del cammino degli Astri. I Magi levano lo sguardo al firmamento, conoscono i segreti dell’immensità degli spazi e della evoluzione delle epoche. Hanno conquistato una saggezza che li rende capaci di sentire e decifrarne i segreti, tale che a loro dai segni nel Cielo si rivela l’Avvento del Cristo.
Ora non è più attivo ciò che condusse i Magi fino in Palestina. Che cosa è divenuta l’astrologia e l’astronomia? Si è trasformata nell’astratta matematica e geometria e meccanica che satura i programmi di scuola. I nostri calcoli e la nostra scienza esteriore sono quanto è rimasto, ma nessuna previsione basata su calcoli conduce a comprendere l’evoluzione dell’essere umano così come la comprese la saggezza dei Magi. Meno che mai l’Evento della Natività. A che serve mettere i Magi sul Presepe se non comprendiamo come è evoluta quella saggezza e che cosa è divenuta?
E chi erano quei pastori che oggi raffiguriamo sul Presepe?
I Pastori sono gente semplice e dal cuore puro, e nel punto più recondito del loro cuore si rivela la venuta del Cristo. Ma che cosa è fluito nel loro cuore, come hanno potuto sapere nelle profondità dell’anima quello che si stava preparando? Che tipo di conoscenza era mai questa?
In quei tempi antichi esisteva come retaggio una interiore capacità umana di percepire ciò che fluiva direttamente dalla Terra, di percepire le forze telluriche. Mediante certe capacità interiori di percezione, i fluidi e le qualità della Terra erano captati da esseri semplici e senza particolare cultura. Essi avevano una sottile sensibilità per le caratteristiche climatiche del territorio che abitavano. L’essere umano, così come sentiva le profondità della terra, sentiva anche l’anima dei suoi simili e pure la vita degli animali. Si percepiva l’aura vivente delle persone, si percepiva ciò che fluiva nelle profondità della Terra.
Per noi è difficile farci una immagine di tale sensibilità, di questa veggenza atavica e diffusa tra gente semplice e senza una cultura. Pure, nell’Umanità di allora si aveva una visione interiore della Terra, dell’anima altrui e dell’animalità. Nella tradizione cristiana l’annuncio dato ai Pastori fu un residuo di quelle forme antichissime di percezione ancora esistenti presso egiziani e caldei.
Tutte queste capacità e sensibilità furono poi ritirandosi poco a poco a causa dell’evoluzione della coscienza, e rimase il mondo circostante, prosaico, come ora noi lo vediamo, ma senza più percepire lo spirito in azione. Ma da una facoltà che scompare, per metamorfosi se ne costituisce un’altra, e ne emerge poco a poco il nostro studio della Natura.
Quella percezione interiore si è andata spegnendo mentre si specializzava sempre più l’osservazione sensoriale del mondo. Per le leggi dell’evoluzione si è spostata verso l’esterno, ed ora possediamo solo la percezione esteriore, divenuta arida, fredda e sbiadita se paragonata con quella facoltà viva e quella sensibilità alle forze telluriche. Attraverso la percezione dei sensi oggi non vediamo altro che il mantello colorato dell’animale, o la superficie verde di un prato, ma non percepiamo più le profondità della Terra o l’anima della persona che ci passa accanto.
Oggi a Scuola studiamo chimica, fisica, biologia come approfondimento razionale e scientifico delle proprietà della materia. Queste discipline oggi si studiano basando sui sensi e il cervello, ma sono la metamorfosi di quelle conoscenze istintive che erano consentite da tutto il corpo.
Le domande che ci rivolgiamo sui Pastori e sui Magi andrebbero accennate ai più piccoli, e via via il tema potrebbe essere approfondito.
Ecco, il semplice fatto di istallare il Presepe a Scuola pone alunni e docenti davanti a formidabili problemi cognitivi. Sulla via della comprensione di questi Annunci ai Magi e ai Pastori si può procedere poi alla comprensione del Mistero più grande, quello della incarnazione del Figlio di Dio.
Buon Natale!
FILOTEO NICOLINI


