Quando viaggiare diventa un crimine: il caso di Maddalena Celano e le sanzioni unilaterali illegittime
di Maddalena Celano
Il 16 luglio 2025, la sottoscritta, cittadina italiana e ricercatrice indipendente impegnata in studi postcoloniali e diritti umani, si è vista negare l’imbarco su un volo della compagnia Avianca (AV625) da Toronto verso Managua (Nicaragua). La motivazione fornita dagli agenti aeroportuali canadesi è stata vaga quanto allarmante: “restrizioni governative”. A nulla è valso il mio passaporto europeo, l’assenza di condanne o procedimenti penali, né la natura accademica e culturale del mio viaggio. Il 23 luglio, un secondo tentativo di raggiungere Managua è stato frustrato: la compagnia aerea ha rifiutato di imbarcarmi nuovamente, adducendo le medesime motivazioni non meglio precisate.
Dietro la cortina opaca delle spiegazioni burocratiche, si profila una realtà ben più grave: la mia presenza nella lista delle persone sottoposte a restrizioni a causa delle sanzioni unilaterali statunitensi contro Cuba. Tale misura, priva di qualsiasi legittimità internazionale, ha di fatto impedito la mia libera circolazione, in violazione dei più elementari principi del diritto internazionale e dei diritti umani.
Cuba, le sanzioni e la mia “colpa”
Nel dicembre 2024 ho viaggiato a Cuba per partecipare a un convegno accademico e svolgere attività di studio sul campo. Cuba è una nazione con cui l’Italia intrattiene normali relazioni diplomatiche, culturali e commerciali. Tuttavia, secondo il regime sanzionatorio degli Stati Uniti – sancito nella cosiddetta Helms-Burton Act (1996) e aggravato sotto l’amministrazione Trump e mantenuto con poche variazioni da quella Biden – viaggiare a Cuba può costituire motivo di esclusione dall’ingresso negli Stati Uniti o di restrizione in altri territori sotto influenza statunitense.
L’apparato dell’ESTA (Electronic System for Travel Authorization), strumento di controllo preventivo dell’immigrazione usato dagli Stati Uniti, pare aver condiviso le proprie blacklist con alleati come il Canada, rendendo di fatto extraterritoriali le sanzioni imposte. In base a ciò, viaggiatori considerati “non graditi” dagli USA, anche se cittadini di paesi terzi, possono essere oggetto di discriminazioni gravi, come il rifiuto dell’imbarco su voli diretti verso paesi che non hanno adottato alcuna sanzione verso Cuba.
Violazioni giuridiche
Le sanzioni unilaterali imposte dagli Stati Uniti contro Cuba, Iran, Venezuela, Nicaragua e altri paesi, in assenza di mandato da parte delle Nazioni Unite, violano palesemente:
- La Carta delle Nazioni Unite, in particolare l’art. 2(4), che vieta l’uso della forza o di misure coercitive contro l’integrità o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato.
- La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani(DUDU):
- Articolo 13(2): “Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese.”
- Articolo 19: “Ogni individuo ha diritto alla libertà d’opinione e di espressione; questo diritto include la libertà di […] cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.”
- Articolo 14: “In caso di persecuzione, ogni individuo ha diritto di cercare asilo e di godere di asilo in altri paesi.”
- Il Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici(1966): articoli 12, 17, 19 e 26.
- Risoluzione 2625 (XXV) dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che stabilisce il principio di non ingerenza negli affari interni di uno Stato.
- Relazioni amichevoli tra Stati (UN GA Resolution 68/200, 2014), che condanna le sanzioni economiche unilaterali.
Effetti personali e politici
Oltre alla grave lesione della mia libertà personale e professionale, mi sono trovata di fronte a una catena di violazioni amministrative e a un trattamento indegno:
- Nessuna assistenza da parte della compagnia aerea Avianca;
- Nessun rimborso per i biglietti, nonostante la negazione dell’imbarco non fosse dipesa da mia responsabilità;
- Danni economici e morali non ancora riconosciuti;
- Mancanza di trasparenza da parte delle autorità canadesi e della compagnia aerea.
Una repressione selettiva e silenziosa
Le sanzioni unilaterali colpiscono sempre più spesso non solo governi o imprese, ma anche intellettuali, studenti, artisti, giornalisti e attivistiche mantengono relazioni culturali, affettive o politiche con i paesi sanzionati. È una forma moderna di censura, apartheid geopolitica e repressione della libertà accademica. Tali misure colpiscono selettivamente chi non si allinea alle logiche imperiali, creando una zona grigia tra “legalità” e punizione extragiudiziale.
Appello e diffusione
Invito la società civile, i giuristi, gli accademici e i difensori dei diritti umani a denunciare questi abusi e a pretendere che le autorità italiane e europee si esprimano con fermezza contro le sanzioni unilaterali extraterritoriali. Questo articolo sarà inviato a:
- Ambasciata italiana a Ottawa e a L’Avana;
- Commissione Diritti Umani del Parlamento Europeo;
- Relatore Speciale ONU sull’impatto negativo delle sanzioni unilaterali;
- Organizzazioni come Amnesty International, ECCHR, Centro Europeo per i Diritti Umani e la Democrazia, ALBA Movimientos;
- Redazioni di testate indipendenti come Jacobin Italia, il manifesto, Left, El Ciudadano, Resumen Latinoamericano, TeleSUR.
Il mio caso è un esempio tra i tanti, ma è anche una cartina al tornasole della sistematica criminalizzazione della solidarietà, della cultura, della ricerca indipendente. In un’epoca in cui la guerra si combatte anche con gli algoritmi dell’ESTA e delle blacklist digitali, è urgente rimettere al centro il diritto internazionale, la libertà dei popoli e la dignità dell’essere umano.


