QUELLO CHE CI HA DATO LA LINGUA LATINA
Tra i miei ricordi giovanili, c’è l’incontro col latino alla scuola media. Rammento che bisognava studiarne le regole, le declinazioni, e poi c’era la sintassi, quelle norme sul predicato, il soggetto, i tempi. Tutto un montaggio fatto di logica e di incastri, guai a confondersi! La lingua latina ha una caratteristica ben precisa, è una lingua che pensa! Prima si impara il latino, poi si impara a pensare, seguendo impercettibilmente le regole della logica sottesa. Quei tre anni di latino alle medie sono stati proficui, mi risultò sempre semplice la redazione del compito di italiano, e abbordai con sicurezza le discipline scientifiche alle superiori. Avevo infatti imparato ad esprimermi correttamente, cioè a pensare con esattezza. Insomma, gli studi successivi si avvantaggiarono da quella formazione lontana negli anni. Posso dire che il latino mi insegnò a pensare. Arriverei a dire che tuttora il pensiero lo compio io avendo come alleato e collaboratore quel latino che pensa in me. E quel latino che pensa in me e con me si è propagato nella vita, naturalmente ha trovato conferme tra colleghi, professori, ricercatori. I quali in grande maggioranza avevano studiato latino e appreso a pensare anche loro attraverso il latino. Naturalmente, c’era pur sempre qualcuno che non aveva studiato il latino a scuola, ma aveva appreso a ragionare e pensare da un maestro che conosceva il latino. In contrasto, c’era anche chi era di origini semplici e non aveva incontrato maestri né frequentato scuole, con il quale era difficile fare un ragionamento preciso, ma si potevano scambiare impressioni, emozioni e sensazioni. Queste persone semplici e umili non hanno studiato molto ma sanno esprimersi in modo autonomo da soli.
Riandando indietro nel tempo: chi si è servito per interi secoli della lingua latina, utilizzando solo quella? La Chiesa. Nel Medioevo tutte le Università europee erano ecclesiastiche, fondate partendo dalla lingua latina. Chi studiava doveva imparare il latino perché tutti i testi erano in latino. Si sviluppò l’intelletto seguendo Aristotele. Con concetti asciutti, formali, rigidi. Nacque così la Scolastica, basata sulla lingua latina colta, quella strana scienza che si elevò a quello che è stato il massimo della sagacia e dell’intelletto mai raggiunto dall’Umanità. Si può pensare del contenuto della Scolastica come si vuole, ma per diversi secoli, semplicemente attraverso la delicatissima discriminazione e l’esatta delineazione dei concetti, la capacità di riflessione umana si sviluppò e si impresse nella cultura dell’epoca. Fu tra il XIII e il XV secolo che l’Umanità ebbe impiantata, attraverso la Scolastica, la capacità di pensare con una logica acuta e approfondita. Che ne è stato della Scolastica, se la consideriamo non come un contenuto, ma come un mezzo per coltivare e disciplinare le facoltà?? È diventata la scienza naturale moderna. La scienza naturale moderna è del tutto impensabile senza la scienza cristiana del Medioevo. E la scienza moderna è fondamentalmente scienza della materia.
Nella civiltà greca che precedette quella latina ancora si poteva guardare ai mondi spirituali. Poi si cominciarono a formulare concetti astratti, fissi, basati sulla logica e non più sull’immagine, e tutto venne a poco a poco rappresentato a livello materiale. La lingua latina è fondamentalmente logica, ed ha svolto appieno la sua funzione nell’evoluzione del pensiero. Tutti noi pensiamo nel modo in cui si apprende a pensare con il latino, e per incontrare il pensare autonomo bisogna rivolgersi con cautela alla poesia. Se si vuole pensare di forma autonoma e non automatica sono necessari concetti fluidi e descrizioni qualitative, concetti che mutano in continuazione. Bisogna imparare a pensare per conto proprio.
FILOTEO NICOLINI
Immagine: Henry Roussou, La Incantatrice di serpenti.


