Ragioni e torti di C. Lagarde

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Giovanni La Torre
Fonte: i gessetti di Sylos

L’argomento del giorno, e presumibilmente lo sarà ancora per molto, è l’intervento della signora Lagarde, neo presidentessa della Bce, sulla questione dello spread (italiano) che avrebbe scatenato al ribasso le borse e fatto risalire il nostro spread. In particolare la frase incriminata, sottolineata dai giornali, sarebbe stata “non siamo qui per ridurre gli spread, non è la funzione della Bce”, pronunciata in risposta a una domanda di un giornalista in occasione di una conferenza stampa.Questa affermazione subito è stata messa a confronto con il “whatever it takes” di Draghi e quindi ha scatenato commentatori e governanti italiani “contro”, arrivando perfino a far intervenire la massima carica istituzionale della Repubblica.
L’intervento della Signora andrebbe giudicato con più calma e alla luce di ben precise considerazioni, in quanto potrebbe presentare aspetti di ragione e altri indubbiamente di torto. Innanzi tutto riportiamola per intero: “Ci saremo usando tutta la flessibilità, ma non siamo qui per chiudere gli spread. Questa non è la funzione né la mission della Bce, ci sono altri strumenti e altri attori per interventi su questi aspetti”. Cominciamo, ora, dalle ragioni. Intanto va detto che l’intervento di Draghi si riferiva al salvataggio dell’euro nel suo insieme, che allora era sotto pressione, mentre la Lagarde ha fatto riferimento a singoli paesi, non penso che se la domanda fosse stata rivolta con riferimento alla moneta nel suo complesso, come avvenne per il suo predecessore, avrebbe risposto allo stesso modo.
Secondo.Ormai la politica monetaria super espansiva della Bce va avanti da circa otto anni con i risultati (miseri) che sappiamo in termini di economia reale e inflazione: fino a quando dovrà continuare per sostenere dei titoli in particolare? Ormai il mare di liquidità inutilizzata sta diventando un oceano: quando deve cominciare il “prosciugamento”? Non può essere che quel “mare” ha nascosto limiti nell’economia “reale” che prima o poi comunque sarebbero venuti fuori e che quella di oggi è stata solo un’occasione tra le tante possibili?
Infatti la Lagarde nella stessa occasione ha fatto un’altra affermazione a corredo, che non tutti i giornali hanno riportato: “quello che più temo è il compiacimento, il procedere al rallentatore della politica fiscale”. Cioè sembra che abbia voluto mettere di fronte alle loro responsabilità i governi, soprattutto quelli dei cosiddetti paesi “virtuosi”, e invitarli (anzi costringerli) a mettere mano al portafoglio, cosa che Draghi non ha mai fatto in maniera stringente (e per questo lo abbiamo criticato più volte, perché di fatto ha assecondato la politica deflazionistica della Germania) come oggi sembra voglia invece fare la nuova presidentessa, chissà!, forse anche in modo ricattatorio. E infatti ora si sta parlando di revisione del “patto di stabilità”, anche se questa non sarebbe la vera soluzione, la quale passa invece attraverso il deficit spending dei paesi “virtuosi”, i quali in questi anni hanno esportato insieme alle loro merci anche la “deflazione”.
Comunque anche sul piano meramente monetario, la Lagarde ha affermato che proseguiranno gli acquisti di titoli per un totale di 120 miliardi da qui alla fine dell’anno. Non so se le mie considerazioni siano fondate o esprimano solo dei desideri (miei), staremo a vedere, certo è che comunque una loro valenza oggettiva penso che la abbiano.
I torti connessi alla dichiarazione di cui ci stiamo occupando, concernono il momento in cui è stata fatta. La domanda si inseriva nel contesto delle difficoltà di alcuni paesi (Italia) ad affrontare le problematiche connesse al coronavirus, allora, effettivamente, quell’affermazione è potuta apparire come una pugnalata alle spalle, e infatti la Presidentessa si è poi corretta con la seguente dichiarazione: “sono impegnata a evitare qualsiasi frammentazione in un momento difficile dell’area euro. [gli strumenti della Bce] sono disponibili per l’Italia”.

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