Raniero La Valle: Senz’accorgersene, Netanyahu lavora a uno stato per 2 popoli

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Raniero La Valle
Fonte: Il Fatto Quotidiano
Senz’accorgersene, Netanyahu lavora a uno stato per 2 popoli
Raniero La Valle
Quale lezione trarre dal bombardamento dell’ospedale Nasser di Khan Younis, ancor più doloroso per noi perché moltissimi che avevano accolto l’invito di domiciliarsi a Gaza avevano scelto di farne, proprio lì, il loro domicilio elettivo?
(Lo si può fare ancora scrivendo a domiciliatiagaza@primaloro.com).
L’ospedale è stato colpito due volte, la seconda per uccidere quanti erano accorsi per soccorrere le vittime della prima. E sono stati deliberatamente uccisi cinque giornalisti palestinesi che lavoravano anche per la stampa internazionale.
Alla strage si è aggiunto l’affronto della dichiarazione di Netanyahu sull’“incidente”.
È la prima volta che il despota israeliano parla di incidente, dunque dobbiamo capire in che senso per lui si tratta di un incidente.
Non lo è perché è stato attaccato un ospedale, perché ospedali, incubatrici, sale operatorie, ambulanze e medici sono stati finora colpiti senza che mai si parlasse di un incidente.
Non lo è perché sono stati uccisi dei giornalisti, perché già ne erano stati uccisi a Gaza 240 prima di loro.
Non lo è perché nell’attacco ci sono stati 20 morti, perché di morti dall’inizio dell’eccidio se ne sono contati 62.000, senza che venisse espresso alcun rammarico, mentre è in corso di esecuzione la condanna a morte per fame di una popolazione intera.
Allora in che senso si è trattato di un incidente? Perché questa volta l’eccidio invece di cadere nell’indifferenza diffusa e di essere confortato dalla complicità di molti altri poteri, ha suscitato un’esecrazione generale e perfino Trump se ne è detto scontento, mentre Spagna, Francia, Germania, Santa Sede e molti altri nel mondo si sono detti indignati, “scioccati” e “allibiti”.
Questo sì, per Netanyahu, è un “incidente”, perché non ci era abituato; ma non lo è solo per lui, bensì per tutto lo Stato di Israele che, essendo nella sua pretesa invincibilità una costruzione artificiale che si regge su una elezione e una fraterna solidarietà del mondo intero, se viene a perderle gioca se stesso.
Con la sua determinazione al male, Netanyahu è diventato in effetti alternativo al popolo ebraico, infrange tutte le Scritture, in cui non compare un ebreo crudele come lui, e getta in “un buco nero”, come dice Paolo Mieli, il suo Stato.
La conseguenza è che egli sta costruendo proprio il contrario di ciò che vorrebbe e per cui sta combattendo, fino a giungere al genocidio.
Con i suoi due dioscuri Smotrich e Ben-Gvir sta creando le condizioni per una mutazione genetica dello Stato di Israele.
Con la costruzione di 3400 unità abitative del progetto East 1, che separeranno Gerusalemme dal resto della Cisgiordania occupata, con lo sradicamento degli ulivi e la costruzione di strade separate e muri, sta rendendo anche fisicamente impossibile la soluzione dei due Stati in Palestina.
Dunque dovrà restare uno Stato solo. Ma una pulizia etnica che riesca ad azzerarvi la presenza di milioni di palestinesi non è possibile, perciò, per una singolare eterogenesi dei fini, non potrà che esserci uno Stato binazionale, di Ebrei e Palestinesi.
Ma poiché, come dimostra il Sudafrica, uno Stato multietnico in cui un’etnia goda di diritti esclusivi e opprima l’altra non è indefinitamente possibile, né può continuare – senza una generale omertà violenta – l’illegittima occupazione militare dei territori palestinesi, è inevitabile che Israele diventi lo Stato dei due popoli con eguali diritti, attraverso un lungo e difficile processo di riconciliazione che peraltro in alcuni settori della società israeliana e palestinese è già iniziato.
Questa vera soluzione della “questione palestinese” avrà il consenso di tutta la diaspora ebraica, che così potrà uscire dall’incubo di un nuovo e ancor più diffuso antisemitismo e godrà dell’appoggio e della simpatia dell’intera comunità internazionale.
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