Renzi/Smuraglia

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti/ Fausto Anderlini

di Alfredo Morganti – 16 settembre 2016

Un elenco è per sempre

Ha detto Renzi al confronto con Smuraglia a Bologna: “Questo Paese ha avuto negli ultimi 70 anni un eccesso di politici e un difetto di politica con la P maiuscola”. Ho provato a elencare chi fossero i politici in senso ampio che a partire dalla Resistenza (gli ultimi 70 anni) hanno diretto questo Paese, dal governo o dall’opposizione. Dico alla rinfusa: Pertini, Togliatti, De Gasperi, Parri, Saragat, Terracini, Ingrao, Amendola, Moro, Spadolini, Lama, Carniti, Tina Anselmi, Nilde Jotti, Di Vittorio, La Malfa, Pajetta, De Martino, Fanfani, Craxi, Scalfaro, Berlinguer, D’Alema, Bersani, Veltroni, Prodi… Potrei continuare. Li ho confrontati mentalmente con l’attuale classe dirigente rottamatrice, neoriformatrice, neocostituzionalista, neoblogger, neosocial, neochiacchierona e ho sentito i brividi. Dopo di che, ho anche pensato a cosa avesse partorito la politica, sempre negli ultimi 70 anni. E anche qui, alla rinfusa, ho elencato tra me e me: la Resistenza, la Costituzione, lo Statuto dei lavoratori, il diritto di famiglia, l’ingresso in Europa, il divorzio, l’aborto, la scuola pubblica migliore del mondo, la riforma sanitaria e il diritto alla salute, il miracolo economico, la sconfitta del terrorismo, una partecipazione politica ed elettorale altissima, una crescita economica che guarda caso si è fermata proprio in prossimità della seconda Repubblica, di cui l’attuale teatrino politico è il figlio più degenere, l’ultima vergogna. La verità è che dallo sgretolamento della politica, che ha una data simbolica, il 1992, dal colpo di maglio che essa subì allora, siamo pian piano scivolati a queste bassure, al fondo delle quali c’è chi grida per amore di marketing elettorale: “Vedo più panorama io di chi sta in cima a un grattacielo”. Come no. E c’è pure chi ci crede.

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commento di Fausto Anderlini

Mettete un anziano gentiluomo di sobria cultura liberal democratica in casa di un comiziante da avanspettacolo abile a vellicare tutti i rozzi semplicismi e i pregiudizi che fomentano ribalderie da popolino e di ceto di potere e avrete la sintesi. Una desolante quanto proterva povertà di visioni e argomenti. Tutta la riforma si riduce a ‘tagliare le poltrone’ (quelle degli altri, beninteso, non le proprie, che sono tutte occupate). Il Pd è davvero un partito ricco di potere e povero di spirito. Un partito di plaudentes e poveretti concettuali. Pauroso e imbaldanzito insieme. Una ditta che delira.

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di Fausto Anderlini – 16 settenbre 2016

Brigidini di Lamporecchio e chicche di Rignano

Torno ancora sulle chicche della serata, aggiornate con un po’ di rassegna stampa.

1. La battaglia di Marzabotto e la strage di Stalingrado (L.V.Zanetti). Nessuno l’ha notato, neppure l’amico Smargiassi, indagatore semantico fra i più acuti. Ma ha detto proprio così, en passant (alla cerimonia): che a Marzabotto fu una ‘battaglia’. Ignoranza plateale (più probabile) o lapsus (ma sicuramente freudiano) lo strafalcione (nessuno ha mai avuto contezza di una battaglia fra donne,vecchi, bambini e battaglioni di SS) è rivelatore del format propagandistico e della faziosa malafede che lo sostiene. Quello messo in piedi dalla Boschi coi ‘veri partigiani’. Infatti anche lui ha evocato il Diavolo (Nicolini) giungendo a dire che fra gli scout egli era un mito (notizia forse verosimile, sicuramente falsa). Il format prevede non di seguire i consigli di Sofia Ventura sul Carlino, cioè cogliere l’occasione per ‘revisionare’ la ‘guerra civile’ con tanto di equidistante ‘pacificazione’ (anche se la tragica vicenda del Nicolini fu alla base di quel ‘chi sa parli’ che a Reggio, salvo il grande Sugar, ha finito per dissolvere l’humus resistenziale costruito attorno alla figura di papa Cervi….). Ma di revocare in dubbio la rappresentatività dell’Anpi, con la distinzione fra il partigianato ideologico e quello ‘reale’. Mettendosi in qualche modo in mezzo ai partigiani, come uno di loro’, e perciò autorizzandosi a giudice. Ed è qui che lo strafalcione diventa rivelatore di come il format sia propaganda malevola costruita a tavolino. Appartenesse davvero a quel mondo non avrebbe mai scambiato una strage di inermi con una battaglia. Infatti sia lui che la Boschi, viste le ascendenze, son cresciuti in un peculiare clima: quello della tipica ignavia dei democristiani di destra della provincia italica. Che se proprio si doveva parlare della guerra, distogliendosi dagli affarucoli, era per parlar male dei partigiani……

segue……punto 2 e poi 3 e poi 4

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