Autore originale del testo: Fausto Anderlini
Scandalo al sole
Non tutti i complotti sono occulti. Quello che portò alla defenestrazione di Conte fu il complotto più palese del mondo. Chiari i mandanti, lapalissiano l’esecutore, abbastanza nitidi anche gli usufruttuari finali. Cioè quelli che non ordirono alcun complotto, ma si aspettavano nondimeno che il complotto seguisse il suo corso. In loco come oltre-oceano. Parlare di complotto non significa necessariamente imputare una tresca tenebrosa di pochi congiurati coi loro reggifili. Complotto può essere anche una vasta orchestrazione con una regia evidente. Alla luce del sole. Dove però la natura sinistra del ‘complotto’ si manifesta nell’uso di strumenti ‘sporchi’ di delegittimazione. Come insinuazioni, falsità, pretesti, incidenti creati ad arte, sobillazioni, omissioni, manipolazioni, imputazioni fasulle, una vasta gamma di fakes per le quali si trova sempre un operoso (e al caso inconsapevole, come utile idiota) intermediario, ecc. ecc. Sotto questo profilo tutto il concerto mediatico gestito da ‘lor signori’ è null’altro che un complotto in esercizio permanente e neanche a bassa intensità.
Complotto, con gli stessi identici mezzi e lo stesso scopo, è quello in atto contro il Ministro Speranza. Speranza rappresenta l’anello di congiunzione fra i due governi. La personificazione stessa della detestata ‘continuità’. Per quanto non abbia alle spalle alcun esercito proprio Speranza, hic et nunch, è il ‘punto di equilibrio’ del governo Draghi. Esattamente come Conte lo era dell’alleanza giallo-rossa. Non stupisce affatto vedere in opera gli stessi soggetti distruttivi, Renzi in testa, che attaccarono il primo equilibrio. Dare un capro espiatorio in pasto al panico popolare, spostare a destra l’asse del governo, togliere dalle mani di un fautore della sanità pubblica la quota del Recovery (non piccola) che spetta alla sanità. Odioso nell’intento politico, ignobile nei mezzi. Secondo atto di un unico grande complotto. E non è che l’inizio della campagna di primavera.


