Schlein: errore di comunicazione o errore politico?

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Schlein: errore di comunicazione o errore politico?
Parlano in molti dell’intervista della #Schlein a ‘#Vogue’, e quasi tutti citano il passaggio sull’armocromia e sulla consulente di immagine. In molti hanno detto che c’è stato un errore di comunicazione nell’intervista. Lo penso anch’io: la segretaria del PD non doveva citare Enrica #Chicchio. Pur tuttavia, si è trattato di un vero errore? Oppure in un’epoca in cui la politica ha un rapporto ancillare con la comunicazione e l’immagine, rispondere in quel certo modo alla domanda di Vogue era inevitabile? Era un fatto di onestà intellettuale?
Non è la comunicazione a essere un “errore” della politica, ma al contrario è la politica a essere ormai un “errore” della comunicazione. E dunque affidarsi ai consulenti di immagine non è affatto una scelta, ma una necessità, una ferrea regola del gioco. D’altronde, ricordo solo io come le foto che circolavano di Elly Schlein prima della sua elezione, in piena campagna congressuale, fossero tutte “pose”, ossia scatti ben congegnati e privi di spontaneità? Erano anch’esse un errore? O testimoniavano un destino della politica, un’epoca della politica, in cui al discorso pubblico si è sostituita l’immagine, allo studio le strategie di marketing, all’agire l’apparire, alla politica la tecnica?
Detto questo, è evidente che si tratti di ribaltare il rapporto ancillare della politica con la comunicazione. E che, per far questo, non basti assecondare le regole del gioco, ma sia anche radicalmente necessario cambiarle profondamente in corso d’opera (o almeno provarci). Una leadership non può limitarsi a calcare un palcoscenico, recitando sempre lo stesso copione di quella che l’ha preceduta. O meglio, non basta nemmeno cambiare copione, cambiare parole, dare l’impressione che, con ciò, cambi persino la direzione della politica – ma poi non tentare di cambiare regole, statuti, DNA, carattere, forma della comunità che dirigi. Tutti elementi che non sono neutri, ma fissano la cornice e, per certi aspetti, il “senso” della stessa azione politica. Che non avviene nel vuoto, ma nel contesto storico in cui vive.
È per questa ragione che l’errore di comunicazione è ancora un errore politico, e non invece (come dovrebbe) un aspetto marginale, ancillare, di quella cosa più grande, più bella, più potente che è la politica, che è l’agire politico effettivo, che è l’azione di donne e uomini organizzati per cancellare ingiustizie, sfruttamento, subordinazione sociale. Una cosa, che è distante anni luce da un abbinamento, pur azzeccato, di colori.
Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.