Autore originale del testo: Fabio Martini - Corradino Mineo

di Fabio Martini
DOPO CONTE ANCHE BOSCHI INCAPPA NEL “TRATTAMENTO”
GRUBER: GIUDIZI SPREZZANTI DOPO LE RISPOSTE, ANZICHE’
LASCIARE LIBERO LO SPETTATORE DI FARSI UN GIUDIZIO.
SE SERVE AD ALZARE LO SHARE, E’ POPULISMO MEDIATICO
Premessa decisiva: la simpatia (o la motivata antipatia) per Maria Elena Boschi o per il presidente del Consiglio non c’entrano un fico secco. Il tema è: se e come l’informazione dei talk show possa peggiorare la qualità della discussione pubblica.. Alcune sere fa Lilli Gruber ha iniziato l’intervista col presidente del Consiglio, chiedendogli perché non avesse sentito Mario Draghi per chiedergli consigli. Come se interpellare Draghi fosse un dovere, un imperativo categorico e non una possibilità. Alla risposta cortese di Conte. Gruber ha ripreso: ma lei è un avvocato…. Come dire un azzeccagarbugli. Ieri Gruber è andata oltre: ha fatto seguire ad ogni risposta plateali smorfie e giudizi sprezzanti, del tutto disconnessi con le risposte. Ha anche riproposto (legittimamente) una foto senza mascherina di Boschi col suo fidanzato di cinque mesi fa. una delle tante di politici “inadempienti”, a cominciare da Conte. Non è bastata la risposta di Boschi: Gruber ha insistito per dimostrare che aveva ragione lei. Si dirà: prima Gruber era spiacevole solo con Salvini e Meloni, ora è bipartisan. A parte che è vero solo in parte, il problema non sono le domande scomode (benissimo!) ma un giornalista non dovrebbe mai sovrapporre il proprio marcato giudizio a quello (SOVRANO!) del telespettatore.
La professionalità – ecco il punto decisivo – sta nella qualità e nella forza della domanda e non nella risposta alla risposta! Le interviste a match servono solo a fare spettacolo per tenere su lo share. Ma questo, sia detto con la necessaria autocritica da parte di chi fa lo stesso mestiere di Gruber, non è informazione in senso stretto. Si chiama in un altro modo e ognuno può definirlo come meglio crede.


di Corradino Mineo
Bella, sorridente, la frangetta sugli occhi, Maria Elena Boschi diceva cose terribili. “Nottetempo e di nascosto…il premier sostituisce il governo con una task force, i servizi segreti con una fondazione, le sedute parlamentari con le dirette Facebook. Non abbiamo tolto i pieni poteri a Salvini per darli a Conte”! In un dramma di Shakespeare, sarebbe calato il silenzio. Poi Lilli Gruber si sarebbe rivolta a un altro ospite sillabando: “Nottetempo”, “di nascosto”, Conte”, “pieni poteri”, Salvini”. “La crisi è aperta.” Ma in televisione si fingono tutti amici e finisce che si parlano addosso, quando alla fine litigano, oscurando l’enormità delle cose dette. Così, lasciato lo studio, Maria Elena si è persino atteggiata a vittima: “venivo interrotta per parlare delle mie foto” Senza mascherina
Leggo dal Corriere. Intervista a Renzi: “Non mi sposto di un millimetro. Attenzione, non è che non votiamo l’emendamento e il resto sì. No, non votiamo tutta la legge di bilancio. E ovviamente, nello stesso momento, Teresa Bellanova, Elena Bonetti e il sottosegretario Scalfarotto si dimetterebbero dal governo…” Questo mentre Barbara Lezzi comunicava che “sul MES si è trovato un punto di equilibrio”: il testo della risoluzione sarà così generico che anche i senatori 5Stelle dissidenti -quasi tutti- oggi potranno votarlo. Naturalmente, del MES per la salute non si deve più parlare. Speranza canta alla luna, quando osserva che 9 miliardi per la nostra prima malata, cioè la sanità pubblica, sono niente.
Non so come la pensiate, io credo che la crisi sia nelle cose. Non subito: Merkel non vuole, Mattarella nemmeno. Questo round si concluderà con il ridimensionamento di Giuseppe Conte, il quale ha provato a gestire da solo, in parte per evitar ritardi e assalti alla diligenza, i soldi dell’Europa; ed è stato battuto. Ma poi? La vela rammendata troppe volte, nello stesso punto, si strappa. Elezioni anticipate, e con quale legge? Governo “nazareno”, Renzi Berlusconi Di Maio? E Conte? Come il “dictator” Cincinnato all’agricoltura, tornerà avvocato? Non lo immagino. Né mi aiuta a divinare il futuro il pentolone del Macbeth, perché temo che neanche loro, i protagonisti, sappiano cosa fanno. Uno storico australiano, professore a Cambridge, Christopher Clark, ha definito “Sonnambuli” i capi delle nazioni europee che provocarono il disastro della Grande Guerra. “Sonnambuli” pure Conte, Zingaretti, Di Maio.
Intanto la curva dei contagi si appiattisce con troppa lentezza. Perché i governi -tutti, non solo il nostro- imprevidenti in estate, hanno poi adottato misure elastiche. Per non fermare l’économie. Perché troppi si sentono ora in diritto di ignorarle, legittimati da irresponsabili inviti a disobbedire. Vedi Fontana. Così non si può escludere una nuova fiammata del virus, la terza. Mentre gli ospedali fanno già meno controlli su malati di cancro e partorienti. Il virus è il primo killer tra le malattie infettive. Con l’aggiunta che di tubercolosi ed epatite si muore di più in continenti insalubri e dimenticati. Di Covid, negli Stati Uniti e in Europa.
Finisco con la partita tra Basaksehir di Istanbul e Paris Saint Germain. Un arbitro, il cosiddetto quarto uomo, ha chiamato “negro” un viceallenatore. I giocatori turchi sono usciti dal campo per protesta, seguiti a ruota dai francesi. Il mondo cambia, per fortuna! Stupidità, arroganza, sonnambulismo del potere non sono che sintomi del travaglio. Non diamogli più peso di quanto non abbiano.


