Silvio Viale: “L’Italia agli arresti domiciliari. Avere giocato sulla paura potrebbe rivelarsi l’errore peggiore”

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Silvio Viale

 

Silvio Viale è un medico ginecologo piemontese e pure un politico, presidente del Comitato Nazionale di radicali italiani, dall’inizio dei contagli per corona virus ha espresso critiche alle decisioni del Governo  di restrizioni esplicitate nello Slogan “restate a casa”.

Ho riportato alcuni testi scritti da Silvio Viale sul profilo facebook in questi giorni, dove con chiarezza e nettezza espone le proprie idee su questa epidemia:  le proposte del medico-politico ricordano la rupe Taigeto dove gli spartani precipitavano i bambini malaticci. Una opinione opinabile ma anche un punto di vista da leggere, come peraltro è rispettabile quella opposta governativa di Walter Ricciardi.

Io tra due mesi dovrei compiere 65 anni e preferirei non lasciar fare alla natura ma vorrei dal Servizio Sanitario Nazionale (ho sempre pagato correttamente le tasse) una puntura letale, una “dolce” morte  o almeno secca, per non soffrire e far soffrire inutilmente. (gf)

Silvio Viale – 10 marzo 3020

🔴 GOVERNO IRRESPONSABILE
🔴 L’ITALIA AGLI ARRESTI DOMICILIARI.

Un governo irresponsabile ha messo l’Italia agli arresti domiciliari fino al 3 aprile con la previsione di prolungare la pena.

E’ il fallimento della strategia allarmistica che ha contribuito a generare panico, confusione, e che indurrà una epidemia di depressioni.

C’è stato un delirio di onnipotenza, che ha pensato di potere fermare una epidemia in corso e ha drammatizzato ogni aspetto, compreso quello dei posti letto in terapia intensiva, ovviamente insufficienti in caso di un aumento improvviso dei casi. In questi casi si tratta di utilizzare al meglio le risorse disponibili, incrementandole, e procedere ad una inevitabile selezione dei pazienti.

E’ chiaro che il sistema di vigilanza italiano ha dimostrato i propri limiti, come era prevedibile, e di non essere in grado di provvedere a isolamenti mirati e a quarantene conseguenti individuali, collettive e territoriali.

Si è quindi passati a divieti generalizzati inapplicabili e incontrollabili, che sono solo un palliativo. Il tutto accompagnato dalla retorica ostentata del “miglior sistema sanitario al mondo” e da una strumentale pressione mediatica finalizzata a colpevolizzare, a creare sensi di colpa e a fomentare la caccia all’untore.

L’aumento dei casi proseguirà fino all’acme naturale, con una minima incidenza dei divieti, sia perché milioni di italiani continueranno la routine quotidiana e sia perché le misure verranno progressivamente eluse.

Sul piano economico e sociale, milioni di italiani si troveranno per settimane con risorse ridotte o annullate, con conseguenze drammatiche sia per l’impegno economico attale e sia per le conseguenze future sul debito.

Le rivolte in carcere sono una spia che la rivolta sociale è possibile in altre categorie ed è bene che il governo cominci a pensare a come allentare la morsa, senza gongolarsi del mezzo appoggio delle opposizioni.

-.-.-.-

11 marzo 2020

Rispondendo a coloro che mi #augurano, o semplicemente #attendono, che mi becchi il #Coronavirus, dico che è possibile ed è messo nel conto sin dall’inizio. Persino con una possibilità maggiore a molti di voi. Se dovesse capitare, mi comporterei con pazienza da paziente. A casa o dove sarà necessario.

Come responsabile di una #StrutturaSanitaria, che continua a funzionare, quasi, a pieno ritmo, applico le disposizioni aziendali, aggiungendo un minimo di buonsenso nel perimetro decisionale che mi compete. In ospedale è inevitabile che incontri decine di persone tra pazienti e personale. Passati i primi al “pre-triage”, non i secondi. Fuori dall’ospedale incontrando molte meno persone, rischio molto meno.

Quindi, niente panico, non ho paura. Il rischio generale di beccarsi il virus in contatti diretti con positivi, noti o misconosciuti, è stimato tra 1% e il 5%. Quindi potrebbe teoricamente realizzarsi incontrando da 20 a 100 persone positive, ma il rischio si riduce di molto se i contatti sono fugaci e si azzerano con le appropriate misure di prevenzione.

Sebbene si sia condizionati dai numeri continuamente sbandierati, da una overdose mediatica e dall’insistente e inquietante comunicazione che si tratta di un virus nuovo, sconosciuto, non è così facile beccarselo e in tal caso solo una piccola minoranza avrà sintomi gravi. Quello che davvero sapremo solo a consuntivo è quanto sia stata ampia la base della piramide, la parte sommersa dell’iceberg.

Intanto, con tutti gli scongiuri del caso🤞🤘resrate pure in attesa di mie notizie.

12 marzo 2020

#Coronavirus Da una #Italia agli #ArrestiDomiciliari segnalo tre notizie che mi hanno colpito.

🔴 La prima che per le interpretazioni del ministero si può #passeggiare, perché non c’è un divieto di passeggiare, ma un invito a non uscire. Quindi potete #evadere dagli arresti domiciliari.

🔵 La seconda che a #Palermo al Comando Provinciale dei #Carabinieri dieci militari, tra cui un generale, sono risultati positivi al virus. Ditelo al presidente #Musumeci che non erano lombardi

⚫️ La terza che c’è un secondo #deputato positivo. Il primo era un ex di #ForzaItalia, passato a “Cambiamo”. Il secondo è uno ancora di Forza Italia. Il terzo si vedrà.

Comunque, se non ci sarà una iniezione di ragionevolezza, preparatevi a resistere per tutto aprile, anche perché si continua ad spargere demagogia e ad alimentare paura e paranoie, che sono molto più contagiose. Tutto durerà fino a quando la rabbia supererà la paura e allora saranno guai seri. Saluti.

12 marzo 2020 – ore 12

Emma Bonino “Un corsa al buio. Nessuna risposta certa. Evitare che aumenti il contagio. Tutti disciplinati. Implementare rigorosamente le istruzioni che sono stare date”.

Evitare che aumenti il contagio. E chi può dire il contrario? E’ ovvio che bisogna rispettare le “istruzioni”, ma le si può criticare, non solo sul piano confuso della comunicazione, neanche solo per le carceri, perché si poteva fare prima e meglio.

Si poteva distribuire a pioggia le mascherine, anche rischiando un uso eccessivo e inappropriato. Si poteva bloccare subito gli eventi di massa. Si poteva dare subito le istruzioni sulla distanza da tenere.

Che circoscrivere la battaglia alla caccia del paziente zero sarebbe fallito era chiaro ed è stato fuorviante, perché ha dato un senso di falsa sicurezza. Lo stesso per la retorica sul SSN migliore al mondo, con il bombardamento mediatico sulle rianimazioni.

Solo ora si dice che si possono attrezzare strutture in sei giorni. Hanno innescato una reazione a catena, alzando l’asticella al massimo, per cui tra un po’ non sapranno più cosa fare, e finiranno per criminalizzare categorie e comportamenti, scatenando la caccia all’untore.

E non è finita, perché il timore di innescare la retromarcia, pari all’incapacità di applicare e controllare i provvedimenti, rischia di prolungare il tutto per molte settimane. Quando tutto ciò sia stato sostenibile lo vedremo al consuntivo e avere giocato sulla paura potrebbe rivelarsi l’errore peggiore.

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