L’Italia è una Res Publica fondata sul Lavoro*

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Sabrina Liberatoscioli
Fonte: facebook

di Sabrina Liberatoscioli (Libe) – 21 settembre 2014

Io c’ho passato quasi un anno della mia vita su diritto del lavoro +diritto sindacale+ diritto della sicurezza sociale+diritto della previdenza sociale. 4 tomi, uno per ciascun settore, con nel mezzo la riforma della seconda parte di diritto del lavoro (Ghera) perché a giugno intervenne la riforma degli ammortizzatori sociali e metà libro lo potevo buttare nel cesso .. Così preparai la riforma su articoli del sole24 e la legge .. Una cosa però ve la voglio dire, fu uno degli esami più amati, nonostante queste vicissitudini che ti rafforzano l’animo .. Altro che pratiche OM .. Perché mentre leggevo e studiavo soprattutto lo Statuto dei lavoratori non mi riuscivo a capacitare che c’erano voluti più di 200 anni dall’inizio dell’era industriale e manifatturiera e tanti morti per capire una cosa per me ovvia: che quando uno è malato non può andare a lavorare e che nessuno può gettare via una persona per un qualsiasi capriccio umorale con il licenziamento.

Perché diciamocelo che uno ti licenzia non perché non vai bene a lavorare, ma semplicemente perché non gli stai simpatico, perché non sei accondiscendente e fai piaggerie e sleccata da servetto della gleba … Viene usato quasi esclusivamente come arma violenta di ritorsione per affermare una prepotenza e un potere di superiorità violento sopra un altro essere umano. È chiaro che nel concetto di licenziamento c’è la nozione di ineguaglianza a fondamento e che favorisce la posizione di chi ha più forza, ossia che vale la legge della forza a discapito di quella della giustizia che ha come fondamento il principio di uguaglianza. È chiaro che chi vuole fortissimamente l’abrogazione dell’art. 18 non considera un essere eguale la persona che destina gran parte della tua vita e del tuo tempo al tuo progetto e impresa. È tutto li. L’art. 18 stabilisce un semplice principio: noi tutti siamo uguali per cui nessuno può dismettere una persona come fosse una cosa a suo piacimento. Siamo persone! Esseri umani! Questo semplicemente dice. Il licenziamento è uno strumento di potere e nient’altro. Perché in verità alla fine nessuno resta in un posto in cui non si trova bene. E comunque è uno strumento di sopruso quando è ingiusto perché non attiene a nessuna situazione asettica economica, ma semplicemente all’espressione malsana e alle pulsioni di persone che hanno bisogno di dominare gli altri per esistere. Il potere. Che è in fondo la malattia più grave dell’essere umano. Perché indica una dipendenza, la più radicale della persona agli altri, attraverso il controllo violento degli altri. Essenzialmente perché non è capace di avere un consenso libero degli altri. Ecco il licenziamento è una delle forme legalizzate di esercizio di una malattia che alcuni purtroppo hanno e che si portano fin dall’infanzia. La loro incapacità di farsi amare.

* Art. 1 Cost. “L’Italia è una Repubblica (Res Publica) fondata sul Lavoro.” Se ne devono fare una ragione. Queste norme spacciate per legittime sono gravemente incostituzionali perché contrarie all’assetto primario anzi alla Grund Norm fondativa della Nostra Repubblica e instauranti un sistema economico, giuridico e sociale contrario anche agli obiettivi programmatici della nostra Costituzione: l’affermazione di una comunità di eguali. Se ne devono fare una ragione o cambiare la Costituzione.

Libe

L’immagine è Pubblicata da keynesblog il 22 febbraio 2012

A proposito di articolo 18: breve storia delle lamentele dei datori di lavoro

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