Trump non darà i missili perché Kiev non vincerà

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alessandro Orfini
Fonte: Il Fatto Quotidiano

Trump non darà i missili perché Kiev non vincerà

di Alessandro Orsini – ilfattoquotidiano.it) – Trump non darà a Zelensky i missili a lunga gittata per bombardare Mosca. I messaggi di Trump sono spesso contraddittori. Tuttavia, gli elementi emersi finora consentono di azzardare una previsione sulle sue mosse future. La mia tesi è che Trump rimarrà a guardare l’avanzata di Putin fino a un certo punto. Trump accetta che Putin conquisti, parzialmente o integralmente, i seguenti Oblast: Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhya, Kherson, Mykolaiv, Kharkiv, Dnipropetrovsk e Sumy. Trump è scoraggiato da un gran numero di forze oggettive.

Ne indico cinque.

La prima è che l’Europa non ha armi da dare all’Ucraina. La seconda è che Biden ha svuotato i magazzini americani: il Guardian ha rivelato che il Pentagono ha soltanto il 25% di missili Patriot necessari ai suoi piani militari. La terza è che Israele è a corto di missili intercettori. Se scoppiasse un’altra guerra, l’Iran potrebbe fare molto male a Tel Aviv. La quarta è Taiwan; gli Stati Uniti svuotano i magazzini e la Cina li riempie. La quinta è che, mentre gli alleati di Zelensky hanno dato quasi tutto all’Ucraina, quelli di Putin non hanno dato quasi niente alla Russia. Se la Cina desse a Putin ciò che l’Occidente dà a Zelensky, l’esercito ucraino verrebbe spazzato via rapidamente. Il ministro degli Esteri cinese ha detto a Kaja Kallas che la Cina non può permettere che la Russia venga sconfitta, altrimenti gli Stati Uniti rivolgerebbero tutta la loro forza contro Pechino. Ogni sbilanciamento eccessivo di Trump in favore di Zelensky causerebbe uno sbilanciamento della Cina in favore della Russia. La Cina considera la guerra in Ucraina come il primo tempo della guerra per Taiwan. Il bombardamento di Mosca con i missili americani equivale al bombardamento simbolico di Pechino. Se Trump non rispetta la capitale della Russia, che ha 4.500 testate nucleari, perché mai dovrebbe rispettare la capitale della Cina, che ha 600 testate nucleari?

La Nato sta facendo un esperimento senza precedenti nella storia dell’umanità: precipitare una superpotenza nucleare in una guerra esistenziale. Non era mai accaduto prima. Nessuna superpotenza nucleare, prima della Russia in Ucraina, aveva mai dovuto combattere una guerra per la vita o per la morte, per la sopravvivenza o la dissoluzione. Se la Russia ricorrerà alle armi nucleari per non essere sconfitta, avremo scoperto una nuova legge delle relazioni internazionali, che riassumo come segue: “Una superpotenza nucleare, posta davanti alla scelta di vivere o morire, usa le armi nucleari per sopravvivere”. La vita organica si basa sul principio dell’autoconservazione. Vale anche per gli Stati.

Nel frattempo, nuovi fatti confermano che l’Italia è uno Stato satellite, la cui politica estera è controllata da una potenza straniera. Giorgia Meloni, a differenza della Germania, non comprerà armi americane da inviare a Zelensky. Quando Biden prometteva di sconfiggere la Russia sul campo, anche Meloni faceva la stessa promessa. Il 22 novembre 2023, durante il G20 da remoto, Meloni disse a Putin di ritirarsi dai territori occupati senza condizioni. Ora che Trump fa un passo indietro, anche Meloni fa un passo indietro. E non ci pensa proprio a chiedere a Putin di arrendersi. Le spacconate son finite.

Se il presente può essere manipolato, il passato non può essere cancellato. Draghi e Meloni hanno armato la controffensiva ucraina, iniziata il 5 giugno 2023, con l’obiettivo dichiarato di sconfiggere la Russia e costringerla alla resa. Quella controffensiva, di cui oggi nessuno ha il coraggio di parlare, ha causato cinque disastri in un colpo solo: 1) ha messo in ginocchio l’Ucraina; 2) ha semi-demilitarizzato l’Unione europea; 3) ha svuotato i magazzini americani; 4) ha consentito ai russi di conquistare nuovi territori; 5) ha posto Trump nella condizione di ricattare l’Unione europea con la minaccia di abbandonarla a Putin. Correndo da un’umiliazione all’altra, arriviamo ai dazi. La ragione principale per cui l’Unione europea non può essere dura con Trump è la guerra. La possibilità che Trump si vendichi abbandonando l’Europa in Ucraina atterrisce Macron. Tre anni di combattimenti hanno lasciato l’Unione europea con il minimo indispensabile per difendersi. I governi europei non possono dare nuovi sistemi di difesa aerea a Zelensky. L’Unione europea ha giurato di vincere la guerra con la Russia senza avere i mezzi necessari. Tracimare di arroganza e presunzione non è una colpa? I media italiani ingigantiscono ogni insulto che Trump rivolge a Putin per nascondere l’amara verità: Trump non combatterà mai una guerra che non possa vincere. Ed è assolutamente certo che i costi di una guerra con la Russia per liberare il Donbass siano infinitamente superiori ai guadagni potenziali.

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