Fonte: Il Fatto Quotidiano
Trump non darà i missili perché Kiev non vincerà
di Alessandro Orsini – ilfattoquotidiano.it) – Trump non darà a Zelensky i missili a lunga gittata per bombardare Mosca. I messaggi di Trump sono spesso contraddittori. Tuttavia, gli elementi emersi finora consentono di azzardare una previsione sulle sue mosse future. La mia tesi è che Trump rimarrà a guardare l’avanzata di Putin fino a un certo punto. Trump accetta che Putin conquisti, parzialmente o integralmente, i seguenti Oblast: Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhya, Kherson, Mykolaiv, Kharkiv, Dnipropetrovsk e Sumy. Trump è scoraggiato da un gran numero di forze oggettive.
Ne indico cinque.
La Nato sta facendo un esperimento senza precedenti nella storia dell’umanità: precipitare una superpotenza nucleare in una guerra esistenziale. Non era mai accaduto prima. Nessuna superpotenza nucleare, prima della Russia in Ucraina, aveva mai dovuto combattere una guerra per la vita o per la morte, per la sopravvivenza o la dissoluzione. Se la Russia ricorrerà alle armi nucleari per non essere sconfitta, avremo scoperto una nuova legge delle relazioni internazionali, che riassumo come segue: “Una superpotenza nucleare, posta davanti alla scelta di vivere o morire, usa le armi nucleari per sopravvivere”. La vita organica si basa sul principio dell’autoconservazione. Vale anche per gli Stati.
Nel frattempo, nuovi fatti confermano che l’Italia è uno Stato satellite, la cui politica estera è controllata da una potenza straniera. Giorgia Meloni, a differenza della Germania, non comprerà armi americane da inviare a Zelensky. Quando Biden prometteva di sconfiggere la Russia sul campo, anche Meloni faceva la stessa promessa. Il 22 novembre 2023, durante il G20 da remoto, Meloni disse a Putin di ritirarsi dai territori occupati senza condizioni. Ora che Trump fa un passo indietro, anche Meloni fa un passo indietro. E non ci pensa proprio a chiedere a Putin di arrendersi. Le spacconate son finite.
Se il presente può essere manipolato, il passato non può essere cancellato. Draghi e Meloni hanno armato la controffensiva ucraina, iniziata il 5 giugno 2023, con l’obiettivo dichiarato di sconfiggere la Russia e costringerla alla resa. Quella controffensiva, di cui oggi nessuno ha il coraggio di parlare, ha causato cinque disastri in un colpo solo: 1) ha messo in ginocchio l’Ucraina; 2) ha semi-demilitarizzato l’Unione europea; 3) ha svuotato i magazzini americani; 4) ha consentito ai russi di conquistare nuovi territori; 5) ha posto Trump nella condizione di ricattare l’Unione europea con la minaccia di abbandonarla a Putin. Correndo da un’umiliazione all’altra, arriviamo ai dazi. La ragione principale per cui l’Unione europea non può essere dura con Trump è la guerra. La possibilità che Trump si vendichi abbandonando l’Europa in Ucraina atterrisce Macron. Tre anni di combattimenti hanno lasciato l’Unione europea con il minimo indispensabile per difendersi. I governi europei non possono dare nuovi sistemi di difesa aerea a Zelensky. L’Unione europea ha giurato di vincere la guerra con la Russia senza avere i mezzi necessari. Tracimare di arroganza e presunzione non è una colpa? I media italiani ingigantiscono ogni insulto che Trump rivolge a Putin per nascondere l’amara verità: Trump non combatterà mai una guerra che non possa vincere. Ed è assolutamente certo che i costi di una guerra con la Russia per liberare il Donbass siano infinitamente superiori ai guadagni potenziali.