Un appello accorato, mentre l’emergenza continua

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

Un appello accorato, mentre l’emergenza continua

Ero certo che alla fine si sarebbe parlato di ‘regime’. Sono gli stessi che un attimo prima ti rimproveravano di non essere all’altezza, di non decidere al volo, di non decretare, di non essere smart. C’era da aspettarselo, ma vabbè. Scopro ora, tuttavia, che non sono solo i fascisti ad alzare alte grida contro Conte, l’esecutivo, la maggioranza, forse l’intera politica italiana. C’è tanta sinistra su facebook che inizia (legittimamente eh!) a paventare il rischio autoritario, populista, la fine della democrazia, l’apocalisse. Leggo tutti con rispetto. Ma. Siamo talmente circondati dalla morte e dal lutto, che ci si sente sfiniti anche solo a considerare, semplicemente considerare, questo paventare. Siamo bio-contenuti, siamo sbarrati in casa, siamo in regime (questo sì) di rarefazione sociale, stiamo affrontando una vicenda inedita, complicata, difficile, non sappiamo quando finirà, non sappiamo nemmeno se ci sarà un vaccino, né se saremo così veloci a scovare una terapia efficace. Non sappiamo quasi niente, in sostanza. Tant’è che l’inedito ci sfida e per ora ci sommerge.

C’è poco da fare, quindi. La nostra vita oggi dipende letteralmente dalla politica e dalla sua capacità di affrontare i problemi con efficacia e di scovare le risorse necessarie per dotarci degli strumenti indispensabili. Ma dipende viepiù dalla medicina, dai medici, dalla sanità pubblica, dagli operatori sanitari, dalle strutture ospedaliere. Politica e medicina, quindi. I filosofi, gli intellettuali, coloro che studiano la società, l’economia sono scomparsi dall’orizzonte. E quando parlano sembrano inattuali, fuori scena, persino fuori sincronia. È una strana sensazione. Non è un bene, certo. Ma è un fatto. Anche gli intellettuali sono impegnati a salvare la propria pelle, e restano bio-contenuti in casa. Ti aspetteresti da loro un colpo di reni, invece, anzi un colpo d’ala. Ma io mi rendo conto di quanto sia difficile, di come si fatichi a stare al passo con eventi che sembrano davvero fuori controllo teorico. Ecco perché poi si grida al regime: sembra quasi l’effetto di una frustrazione e di una situazione che sfugge di mano. E, invece, proprio degli intellettuali, dei filosofi, di chi studia la società, la politica e l’economia abbiamo oggi assoluta necessità. Vi prego, quindi. Aiutateci a capire, non mischiate le carte. E non mischiatevi soprattutto con la chiacchiera che gira attorno.

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