Una politica da curvaroli

per Gian Franco Ferraris

Una politica da curvaroli

Nel corso del dibattito sul decreto scuola è comparso in Aula uno striscione (“Azzolina bocciata”) mentre i parlamentari della Lega si ammucchiavano ed esultavano attorno come se avesse segnato Salvini. L’emiciclo dava l’idea di una curva da stadio in pieno clima partita. Voi direte: stai usando una metafora per descrivere lo stile deprecabile dell’opposizione! No, affatto. È letterale. Perché in strada, intanto, i curvaroli veri e la destra estrema, manifestavano contro il governo in un modo, direi, molto chiassoso e sopra le righe.

C’è come una linea ideale (anzi reale) che unisce la curva vera e la curva parlamentare della destra, un effetto specchio alto-basso, che si sta manifestando chiaramente dinanzi agli occhi di tutti. La curva del Parlamento e quella degli stadi si sono sovrapposte inveendo contro il governo ed esprimendo una filosofia e uno stile comune: la caciara e la rissa oltre ogni stile argomentativo.

Il mio monito al governo e alle forze della coalizione è questo: se per caso vi venisse in mente di sollevare il tono della polemica interna al punto da mettere in discussione l’alleanza (e quindi l’esecutivo) – e se per caso ci spediste alle urne per mera leggerezza (stoltezza) politica, allora sarebbero davvero guai. Vorrebbe dire che ci avete gettato in pasto alla curva: in pasto alla folla e alla bolgia di questa curva che strepita in Aula e fa chiasso in modo scomposto al Circo Massimo. E nello stesso tempo avreste consentito la fusione tra mondo delle imprese e curvaroli. Sarebbe un errore imperdonabile, l’ultimo possibile, quello definitivo. Sapevatelo.

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.