Senza bretelle sembrerebbe un giornalista qualsiasi, con le bretelle, invece, sembra proprio Federico Rampini.
Le eleganti strisce colorate sono il suo elemento di distinzione, il suo inconfondibile tratto identitario.
Le bretelle lo accompagnano sempre durante le apparizioni in TV, come se gli dovessero sorreggere non solo i pantaloni, ma anche gli argomenti.
Rampini vive a New York ed è naturalizzato statunitense. E’ per questo, forse, che quando si confronta con degli italiani, assume l’atteggiamento di chi, ben piantato in America, si sente superiore.
Ormai credo che l’Italia non gli appaia più alla dimensione della cultura e dell’intelligenza che suppone di avere.
Dagli studi televisivi del suo attuale “patron”, si è anche permesso d’insultare il prof. Luciano Canfora, un uomo di scienza di assoluta grandezza.Solo la buona educazione del professore ha evitato all’inviato speciale del Corriere, di essere inviato dove un interlocutore meno raffinato lo avrebbe brutalmente mandato…
Purtroppo non c’è niente da fare. I nostri giornalisti super atlantisti, sono tutti così: sono il megafono stridulo del padrone che, nelle sue poche varianti appartiene sempre ad un unico ceppo.
Indro Montanelli diceva quello che pensava, senza paura di essere cacciato. Ed infatti fu cacciato e dovette fondare un altro giornale.
Luigi Pintor scriveva su dettatura della propria coscienza. Ed infatti venne cacciato e fu costretto ad inventarsi un altro giornale.
Oggi cantano in coro lo stesso spartito e non rischiano niente.
Sono geneticamente unificati, interscambiabili e soprattutto consustanziali.
Prendete un po’ di Molinari, versateci un cucchiaino di Mieli, aggiungeteci una scorza di Giannini con alcuni Gramellini alla Mentana, senza o Con Cita… e avrete ottenuto la versione standard del giornalista italiano.
Se accessoriato di bretelle è Federino Rampini.


